Conti pubblici, alla fine del 2023 il debito italiano è inferiore alle stime Ue

Conti pubblici, alla fine del 2023 il debito italiano è inferiore alle stime Ue
EuNews ECONOMIA

Bruxelles – Il debito italiano è minore del previsto. Alla fine del 2023 il rapporto tra debito generale lordo del governo e prodotto interno lordo (Pil) risulta migliorato, e non di poco: due punti e mezzo percentuali. La Commissione europea, nelle previsioni economiche d’autunno pubblicate a novembre, stimava per il dato italiano un 139,8 per cento per la fine dell’anno scorso. Adesso Eurostat certifica che a fine 2023 il rapporto debito/Pil si è fermato al 137,3 per cento. (EuNews)

Su altri media

Un dato ulteriormente peggiore, provocando dai costi del Superbonus, rileva l'Istat. Su livelli altissimi anche il debito pubblico, anche se rimane a livelli altissimi: al 137,3%. (Il Giornale d'Italia)

ROMA (ITALPRESS) - Nel 2023 il deficit netto delle Amministrazioni Pubbliche è stato pari al 7,4% del Prodotto Interno Lordo, in diminuzione di circa 13,8 miliardi rispetto al 2022, quando si era attestato all’8,6% del Pil. (Il Sole 24 ORE)

Ieri l’Istat ha diffuso una stima sul deficit 2023 che supera il dato del DEF 2024, arrivando dal 7,2 al 7,4 per cento. A pesare è anche l’effetto del superbonus e dei bonus edilizi. (Informazione Fiscale)

Superbonus: numeri ancora più alti rispetto a quelli del DEF 2024

Il deficit del 2023 non è più del 7,2%, ma sale di altri due decimali al 7,4%, cioè 2,1 punti in più del 5,3% indicato nella NaDef di settembre e 2,9 sopra il 4,5% ipotizzato nel Def 2023; si consolida così il primato italiano nel disavanzo, con Roma che stacca gli altri 10 Paesi dell’Eurozona sopra quota 3% e quindi ... (NT+ Enti Locali & Edilizia)

A dirlo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione sul Def alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Il Def, secondo il ministro, «giunge in un periodo particolare per diverse ragioni: l’incertezza e la volatilità che da tempo caratterizzano lo scenario internazionale non accennano a diminuire, le tensioni geopolitiche che si vanno accumulando pongono rischi elevati alle prospettive di crescita di medio periodo. (Open)

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