Mercato auto marzo 2020: blocco delle vendite causa coronavirus

La Gazzetta dello Sport ECONOMIA

La crisi di liquidità vede anche molto difficile poter utilizzare lo strumento della auto-immatricolazioni (km 0) per mantenere nel breve il mercato su livelli “accettabili”.

Come previsto crolla il mercato auto a marzo: -85,4%.

Sulle immatricolazioni previsioni difficili fino al termine dell’anno. Paolo Lanzoni. A marzo, primo vero mese di impatto del Covid-19, il mercato auto segna un -85,4% che si traduce in sole 28.326 immatricolazioni. (La Gazzetta dello Sport)

Se ne è parlato anche su altre testate

Aiuti anche dalle Case. Federauto riconosce come sia prematuro parlare ora di futuri provvedimenti per il rilancio del mercato, mentre ora “è prioritario concentrarsi sui mezzi necessari a salvare il maggior numero di concessionarie”. (l'Automobile - ACI)

Quali le previsioni per il mercato auto nel 2020? Il lockdown, così è stato definita la serrata a una moltitudine di attività non ritenute essenziali, ha condannato il mercato auto di marzo a perdere l’85,6% delle immatricolazioni, comparando i dati del primo mese di sospensione delle attività per molte concessionari al dato relativo a marzo 2019. (Autoappassionati.it)

per un totale di 62.668 veicoli. Il mercato francese dell’auto nel mese di marzo a visto diminuire le immatricolazioni del 72,2% rispetto allo scorso anno. (StartupItalia.eu)

LA CRISI DEL MERCATO AUTO. Le stime di Fedarauto sono a tinte fosche. Oggi alle 18 il Ministero dei Trasporti diffonderà i dati aggiornati. Il mercato dell’auto ha subito in Italia un calo del 90 per cento nel mese di marzo. (Yahoo Finanza)

L’UNRAE, per fronteggiare questa emergenza, ha proposto una serie di incentivi da mettere in campo subito per rimodulare l’attuale offerta di ecobonus . Per questa terza fascia è stata proposta l’adozione di incentivi nella misura da 2.000 euro in caso di rottamazione e di 1.000 euro senza. (Newstreet)

Questo in attesa che anche l’Europa si renda conto che non può lavarsi le mani di un problema che coinvolge tutti e non solo l’Italia. Dall’altra, l’intervento di natura fiscale che poi coinciderebbe semplicemente con il riallineamento fiscale agli standard degli altri Paesi europeo sui veicoli aziendali nuovi. (Tuttosport)