Bufera dopo il caso Scurati. “Sono libera perché antifascista”: chi è Serena Bortone?

Coraggio. È questa la parola più utilizzata in queste ore per descrivere il comportamento di Serena Bortone con il caso Scurati. La conduttrice di ‘Che Sarà’, programma in onda su Rai 3, ha infatti letto in diretta il monologo per il 25 aprile dello scrittore Premio Strega cancellato da viale Mazzini. E lo ha fatto prendendosi una grossa responsabilità. Ma chi è Serena Bortone? Classe 1970, si è sempre dichiarata antifascista, sia in diretta tv che in un’intervista al Corriere della Sera dove, senza giri di parole, disse: "Ho detto solo che sono libera proprio perché antifascista: se fossi fascista non potrei essere libera. (Luce)

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Serena Bortone, in questi giorni, si è guadagnata l’apertura dei principali media nazionali per il caso del monologo dello scrittore e storico Antonio Scurati che avrebbe voluto portare nella sua trasmissione il prossimo 25 aprile, data simbolo della storia italiana, rifiutato dalla Rai per una questione di censura – secondo la Bortone e gran parte della stampa – o di compenso economico (1800 euro per un minuto di monologo). (varesenews.it)

«Eravamo cattolici democratici, non cattolici conservatori. «Non è diverso dagli altri anni. È la festa della Liberazione e anche, nella mia memoria, il racconto di mia madre bambina che riceve un pezzetto di cioccolato dai soldati americani che entrano a Roma». (Vanity Fair Italia)

Serena Bortone fa rumore, anche con semplici parole su cui anche la Costituzione si basa: «Dichiaratevi antifascisti! Fa bene alla salute». (leggo.it)

Serena Bortone: «Io sono antifascista. È preoccupante e anacronistico che ci siano persone che oggi non lo dicono»

La giornalista ha letto in diretta il monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati, condiviso anche dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Quanto accaduto con il programma condotto da Serena Bortone, Chesarà... (DiLei)

Dopo le polemiche mediatiche e le annesse lamentazioni, ecco gli applausi per Serena Bortone . Altro che censura: il caso Scurati ha garantito ai suoi protagonisti un'invidiabile visibilità. Più di quella che il dibattuto monologo dello scrittore napoletano sul 25 aprile avrebbe avuto in assenza dei noti attriti. (ilGiornale.it)

Il guaio del giornalismo sta soprattutto in questo: che è praticato da giornalisti. Altrimenti sarebbe una bella professione. (ilGiornale.it)