Multa di 1 milione di euro a Lidl: "Quella pasta non è italiana"

VoceControCorrente.it ECONOMIA

Il nuovo set informativo permetterà così di evitare la possibile confusione tra provenienza della pasta e origine del grano.

L’Autorità ha adottato inoltre un provvedimento di accertamento di una pratica commerciale scorretta attuata da Lidl, che non ha presentato impegni nel corso della procedura istruttoria.

Questa l’accusa mossa dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello ‘Sportello dei Diritti’, a Lidl Italia (VoceControCorrente.it)

Ne parlano anche altre fonti

Il grano duro era utilizzato nella produzione di pasta di semola commercializzata con i marchi Italiamo e Combino. Questo il motivo per cui l’Antritrust ha comminato alla catena tedesca di supermercati Lidl una multa da un milione di euro. (Verde Azzurro Notizie)

Nella pratica, sia sul sito internet di Lidl che nei punti vendita, la pasta in oggetto veniva pubblicizzata dando risalto all’italianità del prodotto senza però riferire corrette informazioni sulla provenienza del grano duro. (InvestireOggi.it)

Questa l’accusa mossa dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, a Lidl Italia. (Varese Press - giornale online)

Lidl, la nota catena europea di supermercati, ha ricevuto una pesante sanzione dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm.it): un milione di euro di multa perché ha «ingannato i consumatori sulle caratteristiche della pasta a marchio ‘Italiamo’ e ‘Combino’, inducendoli in errore sull’origine italiana della materia prima». (CronacaSocial)

In ragione dell'importanza attribuita dai consumatori all'informazione sull'origine della materia prima e della diffusione dei punti vendita della catena, Il nuovo set informativo permetterà così diL'Agcm ha adottato inoltre un provvedimento di accertamento di unache non ha presentato impegni nel corso della procedura istruttoria. (Il Messaggero)

In ragione dell’importanza attribuita dai consumatori all’informazione sull’origine della materia prima e della diffusione dei punti vendita della catena, l’Autorità ha quindi irrogato una sanzione di un milione di euro. (Corriere Quotidiano)