Mediobanca, Doris: pronti a vendere se Del Vecchio supera il 10%

Il Sole 24 ORE ECONOMIA

Possibile anche un’eventuale cessione al patron di Luxottica. (IMAGOECONOMICA). 2' di lettura. Banca Mediolanum è pronta a cedere la propria quota in Mediobanca qualora Leonardo Del Vecchio dovesse aumentare a sua volta la propria partecipazione, portandola oltre l’attuale soglia del 10 per cento.

Banca Mediolanum, ha chiarito Doris, resta in sé un socio soddisfatto di Mediobanca, di come è gestita e dei suoi risultati. (Il Sole 24 ORE)

Ne parlano anche altri giornali

La scalata di Leonardo Del Vecchio , che detiene circa il 10 per cento del capitale di Piazzetta Cuccia, con la possibilità che la quota si alzi ulteriormente, fa sì che gli altri soci di Mediobanca stiano valutando di andarsene. (Advisoronline)

(GD – www.ftaonline.com) Bene Fineco (+1,59%), Banco BPM (+1,06%), Unicredit (+0,44%) e Intesa (+0,33%). (Investire Oggi)

Ma quello che sta andando in scena è vero e proprio scontro veneto sugli assetti azionari di Mediobanca, il celebre istituto milanese di piazzetta Cuccia che custodisce, tra le altre cose, il pacchetto più cospicuo di azioni Generali. (Il Gazzettino)

In caso di rottura il movimento ribassista acquisirebbe ulteriore energia, prospettando un test dei minimi allineati di giugno e agosto a 8,15/8,20. Il riferimento è all’uscita di scena di UniCredit (che lo scorso novembre ha ceduto l’intera quota dell’8,4%) e alla contemporanea ascesa di Leonardo Del Vecchio, oggi primo azionista con il 9,9%. (Investire Oggi)

Ieri sera, a Borsa chiusa, Banca Mediolanum ha infatti annunciato la riclassificazione della partecipazione pari al 3,28% detenuta nell'ex salotto buono della finanza italiana. Il board di Piazzetta Cuccia è però in scadenza e a ottobre è in agenda il rinnovo. (ilGiornale.it)

Condotto tramite il supporto di un esperto indipendente, ha rilevato che il valore attuale della partecipazione in Mediobanca è pari a 9,826 euro per azione. Di conseguenza, il Consiglio ha deliberato una svalutazione di circa 67 milioni del valore di iscrizione delle azioni sopracitate. (We Wealth)