Il 25 aprile di Mattarella a Civitella, la condanna della “dittatura disumana” e l'appello all'unità sull'antifascismo

Il 25 aprile di Mattarella a Civitella, la condanna della “dittatura disumana” e l'appello all'unità sull'antifascismo
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Agenzia askanews INTERNO

Civitella (Ar), 25 apr. – Intorno all’antifascismo “è possibile e doverosa l’unità popolare” e questo non significa affatto “compromettere” il “pluralismo sociale e politico” né la “libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico”. Usa le parole pronunciate da Aldo Moro nel 1975 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per ricordare, nel giorno della Liberazione, che l’antifascismo è alla base della nascita dell’Italia democratica e che dalla Resistenza nacque il “riscatto morale” del Paese. (Agenzia askanews)

Su altri giornali

Andrea Tavarnesi Signor Presidente, è veramente un onore celebrare insieme a Lei, l’anniversario della Liberazione nazionale proprio su questa piazza che fu teatro di una delle più efferate e crudeli stragi nazifasciste d’Italia. (LA NAZIONE)

Ieri si è avvicinato a Sergio Mattarella e ha chiesto il suo intervento per sbloccare i risarcimenti alle vittime dei rastrellamenti nazifascisti. CIVITELLA IN VALDICHIANA (Ar) Gli ha consegnato una lettera a mano, come si faceva una volta. (LA NAZIONE)

Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella , alle celebrazioni del 25 Aprile a Civitella in Val di Chiana. (Il Fatto Quotidiano)

Mattarella: «Doverosa l’unità del popolo nell’antifascismo»

Il governo “antifascista” Il post di Giorgia Meloni per la Festa della Liberazione (Virgilio Notizie)

Un regime, quello fascista, "totalmente sottomesso" a quello hitleriano nonostante le velleità di grandezza, inginocchiato ai nazisti che "ci consideravano un popolo inferiore". Sergio Mattarella si spende il suo 25 aprile per una contundente lezione di storia che non lascia alcuno spazio ai revisionismi. (Tiscali Notizie)

«Intorno all’antifascismo è doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico». (il manifesto)