Biennale di Venezia: l’artista israeliana Patir chiude il padiglione. Chiede un accordo sugli ostaggi e il cessate un fuoco

Biennale di Venezia: l’artista israeliana Patir chiude il padiglione. Chiede un accordo sugli ostaggi e il cessate un fuoco

Di Redazione La mostra presso il Padiglione Israeliano alla Biennale di Venezia rimarrà indisponibile fino a ulteriori sviluppi sulla liberazione degli ostaggi. Un manifesto ha ufficializzato la decisione presa dall’artista Ruth Patir, evidenziando che tale scelta non si traduce nella cancellazione dell’esposizione, ma piuttosto rappresenta un gesto di solidarietà nei confronti delle famiglie dei rapiti e della vasta comunità israeliana che invoca un mutamento. (Mosaico-cem.it)

Ne parlano anche altri giornali

Venezia. Fuori dalla porta, il brusio del pubblico arrivato ai Giardini per il primo vero giorno di preapertura della sessantesima Biennale d’Arte di Venezia. (la Repubblica)

L'arte è sempre politica e la politica passa anche dall'arte. La prova è alla Biennale di Venezia dove - fra proteste, opere esposte e scelte curatoriali - i Padiglioni nazionali diventano la cartina di tornasole della geopolitica. (ilGiornale.it)

«Qui non si boicotta nessuno», dice Pietrangelo Buttafuoco all’apertura ufficiale della 60esima Mostra Internazionale d’Arte di Venezia, un discorso dai toni alti cui non eravamo abituati. Eppure, a poca distanza, un gruppo di manifestanti, saranno state un centinaio di persone, hanno inscenato una manifestazione di fronte al Padiglione d’Israele al momento ancora chiuso, raggiungendo gli spazi di Stati Uniti e Germania. (Liberoquotidiano.it)

Biennale Arte: al Padiglione dell’Ucraina le tradizioni restituite dalla guerra

Ma il padiglione aperto nel 1914 su progetto di Aleksei Shchusev, architetto dello zar poi alla corte di Stalin, non è rimasto chiuso, come lo era stato nel 2022, dopo che il curatore Raimundas Malasauskas e gli artisti Aleksandra Sukhareva e Kirill Savchenkov si erano dimessi in segno di protesta per "questa guerra politicamente e umanamente intollerabile". (Adnkronos)

Non si placa la protesta, anzi, monta fino a infiammare la Biennale di Venezia, che invece di inaugurare mostre e padiglioni, sembra voglia varare un nuovo corso che si rifà storicamente a un passato fatto di slogan e bandiere date alle fiamme. (La Stampa)

(Adnkronos) – Gli ucraini che non sono al fronte si ritrovano insieme per cucire le reti mimetiche o divise per i soldati. La pratica, tradizionale del ricamo e della tessitura collettiva, che era stata abbandonata con l’urbanizzazione, è tornata al centro della vita di molte persone. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)