Stati generali della natalità, bloccati gli studenti che hanno contestato la ministra Roccella

Stati generali della natalità, bloccati gli studenti che hanno contestato la ministra Roccella
La Stampa INTERNO

Stati generali della natalità, bloccati gli studenti che hanno contestato la ministra Roccella All’Auditorium della Conciliazione a Roma gli studenti hanno gridato: “Vergogna, vergogna”, alla ministra Eugenia Roccella che partecipava agli stati generali della natalità. Una contestazione che ha spinto la ministra ad allontanarsi. Subito dopo, gli studenti hanno provato a lasciare l’Auditorium ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine che li hanno identificati. (La Stampa)

Ne parlano anche altre testate

«Ho sentito utilizzare la parola “censura” dalla ministra Roccella per le contestazioni subite. Mi pare eccessivo, c’è una evidente differenza di potere tra le ragazze dei collettivi e una ministra che ha la possibilità di dire la sua ogni giorno su tutte le tv. (il manifesto)

Con queste parole il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, condanna la contestazione, da parte di un gruppo di studenti, alla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella durante la prima giornata degli Stati generali per la natalità, organizzati a Roma (Adnkronos)

"Sostengo le parole di Mattarella: nella nostra democrazia tutti hanno diritto di parola. (Tiscali Notizie)

Roccella contestata, lo sgomento dei volontari: «È questo lo squadrismo». Il pubblico preso alla sprovvista

Ritanna Armeni, in un post su Facebook la ministra sostiene che nei suoi confronti sia stata esercitata censura da parte degli studenti. (L'HuffPost)

Per impedirle di parlare (cioè di esprimere le sue idee) è stata montata nel pubblico una gazzarra (a sua volta utilizzata per manifestare idee, silenziando quelle avverse). Ancora una volta la ministra Roccella è stata contestata, zittita, spinta ad abbandonare una riunione pubblica a cui era stata invitata, nell’ambito degli “Stati generali della natalità”. (La Stampa)

Non è che finisce che prima o poi ci bastonano?». Chi telefona a un amico: «Non hai idea, è dovuta venire la polizia a difenderci, e stanno tutti qui fuori con i caschi e i gipponi». (ilmessaggero.it)