Istat: ripresa produzione e export a giugno

TG La7 ECONOMIA

In crescita anche la produzione industriale in Francia, dove cala l'occupazione, e le esportazioni cinesi.

economia. Segnali di ripresa nella vecchia Europa che dopo il Covid arranca appesantita dai suoi fardelli storici: l'Italia a giugno vede salire dell'8,9% la produzione industriale rispetto a maggio.

di Redazione Online. Segnali di ripresa nella vecchia Europa che dopo il Covid arranca appesantita dai suoi fardelli storici: l'Italia a giugno vede salire dell'8,9% la produzione industriale rispetto a maggio. (TG La7)

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Nel mese di giugno 2020 si stima che i prezzi all’importazione aumentino dello 0,1% su maggio 2020 e diminuiscano del 6,5% su base annua. Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +7.761 milioni di euro (era +8.891 milioni a giugno 2019). (Kongnews)

L’industria italiana, secondo i dati diffusi dall’Istat, è ancora lontana dal ritrovare i livelli dell’emergenza pre-Covid manifestando comunque un leggero recupero. Le maggiori flessioni toccano, invece, tessile-abbigliamento (-26,7%) e mezzi di trasporto (-26,4%). (videoinformazioni)

La flessione dell’import è più ampia (-15,6%) ma anch’essa in evidente ridimensionamento (era -35,2% a maggio), ed è sintesi del calo degli acquisti da entrambi i mercati, più marcato dall’area extra Ue (-17,9%) rispetto all’area Ue (-13,8%). (SardiniaPost)

Istat: export in risalita, +14,4% a giugno. A giugno 2020 si stima una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le importazioni (+16,1%) che per le esportazioni (+14,4%). (T-mag)

A giugno 2020 si stima una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le importazioni (+16,1%) che per le esportazioni (+14,4%). Nel mese di giugno 2020 si stima che i prezzi all’importazione aumentino dello 0,1% su maggio 2020 e diminuiscano del 6,5% su base annua. (Investire Oggi)

Su base annua, la flessione dell’export è ancora ampia ma «in progressiva ed evidente attenuazione» ed è spiegata per un terzo dal calo delle vendite di beni strumentali. Alla flessione tendenziale dell’import, in netto ridimensionamento, contribuisce per oltre 12 punti percentuali il calo degli acquisti di energia e beni strumentali. (Corriere della Sera)