Dubai sott'acqua: piogge record e polemiche sul cloud seeding

Dubai, nota per il suo clima arido, è stata recentemente sommersa da piogge record. Il 16 aprile 2024, una storica alluvione ha colpito la città, lasciando molte zone sott'acqua e completamente allagate anche a distanza di quattro giorni. Si stima che in meno di 24 ore siano caduti più di 250 millimetri di pioggia, sommergendo molte strade e allagando le piste dell'aeroporto di Dubai, paralizzando i voli.

Emergenza climatica e cloud seeding

Subito dopo l'alluvione, Dubai è stata dichiarata in stato di emergenza. In sole 24 ore, è caduta più pioggia che in tutto l'anno precedente, causando inondazioni, cancellazioni di voli e danni alle proprietà. Questo evento senza precedenti ha alimentato il dibattito sul cambiamento climatico e sul cloud seeding, una pratica volta a indurre le nuvole a produrre più pioggia.

Il cloud seeding, o "inseminazione delle nuvole", consiste nel cospargere le nuvole di particolari sostanze, come sale o ioduro d'argento, per favorire la formazione di cristalli di ghiaccio che si condensano in pioggia o neve. In condizioni ottimali, questa pratica può aumentare le precipitazioni di una singola nuvola fino al 20%.

Polemiche sulle piogge artificiali

La notizia dell'alluvione ha scatenato un acceso dibattito sulla possibile correlazione tra le piogge record e il cloud seeding. Alcuni sostengono che la tempesta sia stata causata, almeno in parte, da questa pratica. Tuttavia, non esistono ancora prove scientifiche che confermino o smentiscano queste affermazioni.

In ogni caso, l'alluvione di Dubai ha messo in luce l'importanza di un approccio responsabile e sostenibile alla gestione delle risorse idriche e del clima. Il futuro ci dirà se il cloud seeding sarà parte della soluzione o se contribuirà ad aggravare il problema.

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