Il governo impugna al Tar le delibere dell'Emilia Romagna sul suicidio assistito

Il governo ha deciso di impugnare al Tar regionale le delibere dell'Emilia Romagna per l'attuazione del suicidio medicalmente assistito. Questa decisione ha scatenato l'inevitabile protesta dei 5Stelle, che insieme alla sinistra doc, grida allo scandalo e ai 'pericolosi' passi indietro della maggioranza sui diritti.

Il ricorso del governo

Il governo ha deciso di fare ricorso al Tar contro l'Emilia-Romagna, chiedendo l'annullamento delle delibere di giunta che davano attuazione al suicidio medicalmente assistito. Questa decisione ha suscitato una serie di reazioni, tra cui quella del costituzionalista Mirabelli, che ha definito legittimo il ricorso del governo, sottolineando la necessità di una legge specifica sulla questione.

La posizione di Magi

Riccardo Magi ha commentato la decisione del governo Meloni, sostenendo che in Italia, con la sentenza della Corte Costituzionale, è già sancito il diritto d'accesso al suicidio assistito a determinate condizioni. Secondo Magi, le delibere dell'Emilia-Romagna non fanno altro che dare attuazione a questo diritto.

La reazione dei 5Stelle

La decisione del governo ha scatenato l'inevitabile protesta dei 5Stelle. Il partito, insieme alla sinistra doc, grida allo scandalo e ai 'pericolosi' passi indietro della maggioranza sui diritti. La questione del suicidio assistito, infatti, è vista da molti come una questione di diritti fondamentali, e ogni tentativo di limitarne l'accesso è visto come un attacco a questi diritti.

Oltre le barricate ideologiche

Oltre le barricate ideologiche sul fine vita, la questione del suicidio assistito sollecita una riflessione: un provvedimento amministrativo anche generale, come quello di Bonaccini, può disciplinare la materia facendo riferimento alla sentenza della Corte costituzionale o invece deve essere attuativo di una legge? Questa domanda rimane aperta e sarà al centro del dibattito nei prossimi mesi.

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