L'omicidio di Giulia Tramontano: il ruolo del topicida

Giulia Tramontano, una giovane donna, è stata tragicamente uccisa. Alessandro Impagnatiello, il suo fidanzato, è il reo confesso dell'omicidio. Un elemento chiave di questa storia è una bustina di topicida trovata nello zaino di Impagnatiello.

Il ritrovamento del topicida

Il 28 maggio, durante una perquisizione nella casa di Impagnatiello a Senago, i carabinieri hanno trovato una bustina di topicida nel suo zaino. Alla domanda sul perché avesse del veleno per topi, Impagnatiello ha risposto che era per uccidere i grossi ratti, chiamati "panteganoni", che girano a Milano.

Le dichiarazioni di Impagnatiello

Impagnatiello ha spiegato che lui e i suoi amici si ritrovavano spesso sui gradoni di piazza Croce Rossa a Milano per fumare canne dopo il lavoro. Secondo lui, i "panteganoni" erano una presenza costante in quella zona, motivo per cui aveva deciso di portare con sé del topicida.

La verità dietro l'uso del topicida

Tuttavia, le indagini hanno rivelato una realtà ben diversa. Il topicida non era destinato ai ratti di Milano, ma era stato utilizzato da Impagnatiello per avvelenare la sua fidanzata Giulia Tramontano. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l'ex barman avrebbe somministrato il veleno a Giulia per mesi, con l'obiettivo di farla abortire.

La morte di Giulia Tramontano è un caso che ha scosso l'opinione pubblica, non solo per la sua tragicità, ma anche per le circostanze in cui è avvenuta. Il ruolo del topicida in questa storia ha aggiunto un ulteriore elemento di orrore a un già tragico evento. Le indagini continuano per fare piena luce su questa terribile vicenda.

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