Julian Assange ottiene un rinvio nell'estradizione

Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, ha ottenuto un rinvio nell'estradizione verso gli Stati Uniti. Un tribunale britannico ha stabilito che Assange non potrà essere estradato senza garanzie sul suo trattamento nelle carceri americane.

Il verdetto del tribunale britannico

Nonostante la minaccia dell'estradizione rimanga, la decisione dell'Alta Corte britannica offre una luce di speranza per Assange. La corte ha concesso a Assange l'appello contro l'estradizione negli Stati Uniti. Tuttavia, non si tratta di una vittoria definitiva per il giornalista australiano, accusato da Washington di spionaggio, un reato che prevede la reclusione a vita in un carcere di massima sicurezza.

Limitazioni all'appello

La sentenza dei giudici Victoria Sharp e Jeremy Johnson ha precisato che la difesa non può presentare nuove prove a dimostrare che l'estradizione metterebbe a rischio la vita stessa di Assange, le cui condizioni di salute sono già molto precarie.

Ultima possibilità di appello

Nell'udienza di stamane, l'Alta Corte della Gran Bretagna ha dato il via libera all'istanza della difesa di Julian Assange di presentare un ultimo appello contro l'estradizione negli Stati Uniti. Se processato per i 18 capi d'imputazione attribuitigli, Assange rischia una condanna fino a 175 anni di detenzione, secondo l'Espionage Act, in condizioni attuali che due relatori dell'Onu hanno definito "assimilabili alla tortura".

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