Biennale Arte 2024, Stranieri Ovunque. Brugnaro: “Città simbolo di pace e accoglienza”

Biennale Arte 2024, Stranieri Ovunque. Brugnaro: “Città simbolo di pace e accoglienza”

“Biennale Arte 2024, istituzione che appartiene alla città e che parla al mondo”. Parole del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro per la 60ˆ Esposizione Internazionale, aperta al pubblico dal 20 aprile al 24 novembre 2024 e per sei mesi ospitata negli spazi dei Giardini e dell’Arsenale della città lagunare. Titolo di questa edizione Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, dunque una Biennale incentrata sul concetto di straniero come immigrato, rifugiato, esule, e quindi, emarginato. (ANCI)

Ne parlano anche altre testate

Sabato 20 aprile apre ufficialmente la 60esima Biennale arte di Venezia “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”: in laguna, tuttavia, ad essere particolarmente intensi sono da sempre i giorni di pre-apertura. (Dissapore)

Giorno tre (Il giornale dell'Arte)

L'apertura della Biennale d'Arte porta a Venezia ancora più visitatori, questa volta pescando tra un pubblico selezionato e interessato di chi ama l'arte, il design e la passione per le cose autentiche. (Vogue Italia)

La Biennale è una terra straniera

Sono 88 quest’anno, le partecipazioni nazionali alla Biennale. Erano 80 nel 2022 – ma 89 nel 2019, quindi si è tornati ai livelli pre-Covid – con nuovi ingressi (sono in laguna per la prima volta Benin – tra l’altro con un padiglione molto ben fatto, sul tema della fragilità – Etiopia, Timor Est e Tanzania), a dimostrazione del prestigio all’apparenza inscalfibile dell’istituzione veneziana. (Avvenire)

La mostra Stranieri Ovunque lascerà dunque spazio e voce ad artisti che sono essi stessi stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, émigrés, esiliati e rifugiati, persone che si trovano ai margini del mondo e che vengono trattati come stranieri nel loro stesso Paese. (Vanity Fair Italia)

Sarà stato il titolo a suggestionarmi, ma quest’anno negli spazi della Biennale d’Arte di Venezia mi è sembrato di sentir parlare più lingue del solito: davanti a me al bookshop, in fila per acquistare la versione economica del catalogo, tutti si lamentavano (in inglese, francese, spagnolo) che fosse disponibile soltanto in italiano (la versione inglese ovviamente esiste, ma per qualche motivo, o errore, non era ancora disponibile). (Rivista Studio)