Bce: previsori alzano stima inflazione 2023 al 5,9% (da 5,8%), 2024 al 2,7%

Il Sole 24 ORE ECONOMIA

Bce: previsori alzano stima inflazione 2023 al 5,9% (da 5,8%), 2024 al 2,7% (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 03 feb - I previsori della Bce hanno rivisto al rialzo le loro aspettative di inflazione per il 2023 e il 2024. Queste si attestano rispettivamente al 5,9% e al 2,7%, rispettivamente 0,1 e 0,3 punti percentuali in piu' rispetto alla precedente tornata di sondaggi. Le revisioni al rialzo riflettono le corrispondenti modifiche alle aspettative di inflazione al netto di energia, generi alimentari, alcol e tabacco. (Il Sole 24 ORE)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Cioè, altri 1.096 giorni (visto che il prossimo anno sarà bisestile). A spiegare che il livello generale dei prezzi al consumo sarà oltre il target della Banca centrale europea (Bce), che è fissato in 2 punti percentuali, è l’ultimo Survey of Professional Forecasters (SPF), rilasciato oggi da Francoforte. (La Stampa)

L’inflazione in Italia resta ancora alta e pesa sul potere di acquisto delle famiglie, soprattutto di quelle più povere. (InvestireOggi.it)

In questi Paesi negli ultimi mesi, nonostante il dato negativo di Madrid e Parigi a gennaio, l'indice dei prezzi al consumo è sceso più rapidamente rispetto all'Italia. L'inflazione, nonostante il calo degli ultimi mesi, continua a essere altissima in tutta Europa. (Money.it)

L'andamento degli ultimi mesi del 2022 sembra suggerire "che il picco inflattivo sia ormai superato anche per il nostro Paese" e che la dinamica sia in flessione ma "promette di essere ancora superiore al 2% l'anno prossimo". (Sky Tg24 )

L’allarme viene lanciato dall’Ufficio parlamentare di Bilancio nella Nota sulla congiuntura di febbraio, in cui aggiorna le previsioni per il biennio 2023-24 e avverte sul fatto che lo scenario macroeconomico dell’economia italiana è “circondato da un’incertezza ancora molto ampia”. (L'Opinione delle Libertà)

L’inflazione ha raggiunto i valori massimi dagli ultimi quarant’anni e la dinamica dei prezzi in Italia è stata spinta soprattutto dai rincari degli energetici, che stanno cominciando a rientrare. La spesa delle famiglie in estate è stata solo in minima parte alimentata dall’aumento del potere di acquisto (0,3% in termini congiunturali), in quanto l’incremento dei redditi nominali (1,9%) è stato largamente eroso dall’inflazione (1,6%). (Wall Street Italia)