Violenze e gravi irregolarità al Cpr di Milano, Naga: “Chiudetelo una volta per tutte”

Violenze e gravi irregolarità al Cpr di Milano, Naga: “Chiudetelo una volta per tutte”
Luce INTERNO

A quattro mesi dal commissariamento e dal sequestro avvenuto il 21 dicembre scorso, il Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli a Milano torna nel mirino del Naga e degli attivisti per i diritti umani, in relazione ad alcuni presunti atti di violenza, soprusi e omissioni di soccorso. L’esposto del Naga Martedì, infatti, “l’avvocato Eugenio Losco del Foro di Milano ha depositato per conto del Naga formale esposto alla Procura della Repubblica di Milano perché vengano effettuate le opportune indagini per accertare le responsabilità sia in relazione agli episodi relativi alla violenza esercitata all’interno del Cpr da parte di alcuni appartenenti alle forze di pubblica sicurezza, sia in relazione al malfunzionamento del Cpr sotto l’aspetto amministrativo ed igienico sanitario”. (Luce)

Ne parlano anche altre testate

Gli episodi nel centro di permanenza per il rimpatrio, commissariato da dicembre, sarebbero avvenuti tra il 10 e il 18 febbraio scorso, raccontano Riccardo Tromba, presidente del Naga, e Nicola Cocco medico della rete “Mai più Lager” (TGR Lombardia)

Centri che sono un inferno. La visita di “monitoraggio” è stata effettuata in 8 Cpr: Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Macomer (Nuoro), Milano, Roma, Palazzo San Gervasio (Potenza), Bari, Restinco (Brindisi), Caltanissetta. (il Fatto Nisseno)

Fino a un anno e mezzo di detenzione senza avere commesso nessun reato, ma solo un’irregolarità amministrativa. Somministrazione massiccia e sistematica di psicofarmaci. Impossibilità di fatto per i “trattenuti” di far valere i propri diritti, dalla difesa alla salute. (Avvenire)

“Tentati suicidi e diritti calpestati: i Cpr vanno chiusi, sono lager occidentali”. La denuncia di associazioni e opposizioni dopo le visite ai centri

Per questo, il Naga, associazione che difende i migranti e garantisce l'assistenza sanitaria anche ai clandestini, con un esposto alla magistratura chiede il s… (La Repubblica)

Tra i dannati dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) c’è un uomo che mangia le sue feci e beve le sue urine. Ha un disturbo psichiatrico pesante. (il manifesto)

E ancora, spaesamento e incertezza dovuta all’assenza di diritti, compreso quello alla salute, con patologie gravi non trattate e forte disagio psichico. Dalla somministrazione “massiccia” di psicofarmaci ai tentativi di suicidio “minimizzati dagli enti gestori, in gran parte privati, come mere simulazioni”, alle tracce e segni di autolesionismo riscontrati tra i migranti reclusi. (Il Fatto Quotidiano)