Roccella contestata dai collettivi, Mattarella: «Azioni contrarie alla civiltà e alla Costituzione». Meloni: «Parlano di libertà, poi zittiscono una donna»

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È un caso la contestazione alla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella avvenuta questa mattina all’apertura degli Stati Generali della Natalità. Interrotta da attivisti dei collettivi nonappena aveva preso la parola, Roccella ha prima provato a interloquire con il gruppo di giovani, poi – dopo che sul palco aveva preso la parola una delle contestatrici – ha preso atto dell’impossibilità di proseguire tra i cori e ha lasciato la sala. (Open)

Su altri media

Per impedirle di parlare (cioè di esprimere le sue idee) è stata montata nel pubblico una gazzarra (a sua volta utilizzata per manifestare idee, silenziando quelle avverse). Nei confronti della ministra un simile episodio era già avvenuto l’anno scorso al Salone del Libro di Torino. (La Stampa)

I militanti dei collettivi studenteschi se ne sono appena andati - e al loro arrivo alla facoltà di Lettere della Sapienza alcuni compagni li hanno accolti con applausi: «Ben fatto! Basta con i fascisti e con gli oscurantisti» - e intanto, in preda a sgomento e paura, restano centinaia di ragazze e di ragazzi all’auditorium di via della Conciliazione, volontari delle associazioni cristiane, di un mondo non etichettabile come destra o come ascari del governo anzi pieno di giovani cattolico-democratici. (ilmessaggero.it)

“Stigmatizzo un’interruzione con tanta veemenza e preclusione al confronto”. (Adnkronos)

Cecilia Strada: «Ma quale censura, il vero problema è l’attacco alla 194»

Ritanna Armeni, in un post su Facebook la ministra sostiene che nei suoi confronti sia stata esercitata censura da parte degli studenti. (L'HuffPost)

"Sostengo le parole di Mattarella: nella nostra democrazia tutti hanno diritto di parola. (Tiscali Notizie)

Mi pare eccessivo, c’è una evidente differenza di potere tra le ragazze dei collettivi e una ministra che ha la possibilità di dire la sua ogni giorno su tutte le tv. «Ho sentito utilizzare la parola “censura” dalla ministra Roccella per le contestazioni subite. (il manifesto)