Riforma Rai, l'Ue accende i riflettori sull'Italia e il governo Meloni

Riforma Rai, l'Ue accende i riflettori sull'Italia e il governo Meloni
EuNews INTERNO

Bruxelles – I membri di governi che possono apparire in Tv senza limiti di tempo e senza contradditorio, i giornalisti Rai che si dissociano, la Federazione nazionale della stampa (Fnsi) che insorge, e la Commissione europea che accende i riflettori sull’Italia. Le nuove mosse della maggioranza non passano inosservate a Bruxelles, dove per ora si resta alla finestra. “La Commissione continuerà a monitorare gli sviluppi relativi alla libertà dei media in tutti gli Stati membri“, inclusa l’Italia, “anche per quanto riguarda la governance dei media di servizio pubblico”, fa sapere un portavoce dell’esecutivo comunitario. (EuNews)

Se ne è parlato anche su altri giornali

I giochi si decideranno soltanto poi, quando i voti saranno nero su bianco e i rapporti di forza ben definiti. Tutto questo dibattere attorno all’ex premier e numero uno della Bce sembra quasi infastidirla. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

L’Assemblea – spiega una nota – “contesta la volontà di trasformare il servizio pubblico nel megafono dei partiti, e all’azienda gli accorpamenti di testate calati dall’alto che svuoterebbero Radio1 della sua vocazione all news, la mancata volontà di indire una selezione pubblica per sostituire gli oltre 100 colleghi usciti dalla Rai negli ultimi anni, il mancato rispetto degli accordi sindacali sugli organici nella Tgr, l’assenza di risorse per stabilizzare i precari che lavorano nelle reti, i tagli alle troupe e la disdetta da parte del vertice del premio di risultato”. (Il Fatto Quotidiano)

Fuori di formalità e giri di parole, il sindacato della Rai, a maggioranza di sinistra, si fa partito lui stesso e scende in campo contro il governo in piena campagna elettorale. In gergo si chiama «soccorso rosso», cioè l'unione di forze diverse (giornalismo, magistratura, politica) per combattere un nemico comune. (ilGiornale.it)

«Tele Meloni» sotto la lente della Commissione Ue

Una decisione spettacolare che fa seguito alle polemiche di questi giorni e all’uscita di Amadeus da Viale Mazzini che suscitano naturalmente una «fortissima preoccupazione» e che si riassumono così: «Mentre da un lato si registra la fuga di alcuni dei volti noti della Rai verso altri competitor - con inevitabili ripercussioni anche sugli ascolti e sui bilanci aziendali - dall’altro non si difende l’autonomia del Servizio Pubblico dalla politica». (ilGiornale.it)

Nessuna novità, in effetti, se non fosse che l’agitazione arriva in un momento in cui l’azienda è scossa da quella che sembra una tempesta perfetta, con star di casa che sbattono la porta, programmi “nuovi” affidati a volti graditi alla maggioranza che sono andati male (vedi Nunzia De Girolamo), un Terzo Polo che rimescola le carte e appare… (La Stampa)

Telemeloni non è un caso solo italiano, se ne deve occupare l’Europa. Il caso finisce sotto i riflettori proprio nel giorno in cui la premier Meloni è arrivata nella capitale europea per il vertice dei capi di Stato e di governo dei 27 che prosegue e si chiude oggi. (il manifesto)