PIL, due anni per tornare a livelli pre-covid. A rischio quasi un milione imprese

Il Messaggero ECONOMIA

. (Teleborsa) -per tornare ai livelli distimati fino a gennaio scorso, ossia ai livelli pre-coronavirus e uQuesto lo scenario tratteggiato dal focusconsiderando una chiusura delle attività fino a maggio, con un ritorno alla normalità entro due mesi.

Le imprese 'attive' risultano 2,47 milioni, con quasi 9,4 milioni di lavoratori.

I lavoratori fermi 7,3 milioni, (su un totale di 16,7 milioni di addetti). (Il Messaggero)

La notizia riportata su altri media

Lo studio “COVID-19 Possibile evoluzione e impatto economico” di Deloitte stima il pattern di diffusione del Coronavirus su un periodo di riferimento che va dal 31 dicembre 2019 al 26 marzo 2020 e l’impatto economico che l’epidemia avrà in Italia. (idealista.it/news)

Anche con un graduale allentamento delle restrizioni e ammettendo che non si verificherà una seconda ondata di infezioni non sarà possibile chiudere bene l'anno. (Ticinonline)

Confcooperative chiede inoltre che vengano saldati subito anche i debiti arretrati della Pubblica Amministrazione: anche questo si tradurrebbe in una grande messa in circolazione di liquidità. Fortunatamente non tutto si è spento: l'economia italiana lavora attualmente al 60% del proprio potenziale. (la Repubblica)

Nell’ultima previsione, che risale a meno di quattro settimane or sono, la variazione ipotizzata era del -0,2%. Anche con un graduale allentamento delle restrizioni e ammettendo che non si verificherà una seconda ondata di infezioni non sarà possibile chiudere bene l’anno. (Corriere del Ticino)

Strumenti di sostegno al reddito per quasi 15 milioni di lavoratori. Le misure di integrazione al reddito delle diverse categorie di occupati decisi dal governo riguardano il lavoro dipendente e il lavoro autonomo. (Il Sole 24 ORE)

In totale, lo scenario imputerebbe allo Shock Covid 19 una mancata produzione di valore da parte delle imprese superiore ai 270 miliardi. Dai 2.233 miliardi di euro del 2020 si potrebbe passare a 2.448 miliardi che, in ogni caso, rappresenterebbero una differenza negativa rispetto alla cifra prevista in assenza di shock nel 2021 pari a 54 miliardi. (Adnkronos)