Singapore è il primo Stato al mondo ad approvare la vendita di carne creata in laboratorio

La Stampa ESTERI

L'azienda ha detto che la carne sarà venduta come crocchette.

Le opzioni di carne a base vegetale, rese popolari da BeyondMeat Inc e Impossible Foods, sono sempre più presenti sugli scaffali dei supermercati e sui menu dei ristoranti.

«La prima approvazione normativa al mondo di carne vera e di alta qualità creata direttamente da cellule animali per un consumo umano sicuro apre la strada a un imminente lancio commerciale su piccola scala a Singapore», ha detto Eat Just mercoledì scorso. (La Stampa)

Ne parlano anche altre testate

È la prima autorizzazione al mondo per un prodotto di questo tipo. Nessuna carne da laboratorio aveva ottenuto l’autorizzazione alla vendita prima di quella di Eat Just. (Avvenire)

È Singapore il primo posto al mondo in cui si può vendere, comprare e consumare carne coltivata. L’approvazione potrebbe aprire la porta a un futuro in cui tutta la carne sarà prodotta senza l’uccisione del bestiame, ha detto la società. (Business Insider Italia)

La mia speranza è che questo porti a un mondo in cui la maggior parte della carne non richieda l'uccisione animali o l'abbattimento di alberi». È stata messa per la prima volta in vendita una carne coltivata in laboratorio, per la quale non è stato macellato nessun animale. (Ticinonline)

Come risposta, l’azienda ha fatto sapere tramite il suo portavoce che “nei prossimi anni spera di rendere questa carne da laboratorio meno costosa di quella convenzionale”. A Singapore, per la prima volta nella storia, verrà messa in vendita la cosiddetta carne creata in laboratorio. (QUOTIDIANO.NET)

Una volta avviato il processo, è teoricamente possibile produrre carne all’infinito, senza dover aggiungere nuove cellule da un animale vivente. Secondo alcune stime, in due mesi di produzione di carne in vitro si potrebbero ottenere circa 50mila tonnellate di carne a partire da appena dieci cellule staminali di maiale. (Scienze Fanpage)

Gli italiani, sottolinea la Coldiretti, sono preoccupati per le ripercussioni dell’applicazione di queste nuove tecnologie ai prodotti alimentari per le quali alle forti perplessità di natura salutistica si aggiungono quelle di carattere etico. (WineNews)