Coronavirus, Prometeia: nel 2020 Pil Italia -6,5%
Nessun paese potrà uscire da solo dalla crisi.
(askanews) - Pil italiano in caduta del 6,5% nel 2020 a causa dello shock coronavirus.
Per Prometeia occorre un forte e tempestivo piano a livello europeo per fronteggiare l'emergenza e rilanciare l'attività economica: non solo sotto il profilo finanziario, ma anche della crescita reale.
Il rimbalzo sarà solo graduale verso l'autunno, portando al +3,3% nel 2021 e al +1,2% nel 2022.
Lo prevede Prometeia, ipotizzando una lenta e selettiva rimozione dei blocchi produttivi a partire da inizio maggio. (Yahoo Finanza)
Se ne è parlato anche su altri media
Così il Consiglio nazionale dei commercialisti ha provato a quantificare quanto costa alla nostra economia la chiusura da coronavirus. (la Repubblica)
Le attività economiche per le quali è rimasto consentito il pieno svolgimento avevano invece contribuito per il restante 42,19%. Quelle rientranti in settori per i quali è stata disposta una chiusura parziale, limitata ad alcune attività soltanto, avevano contribuito per il 23,39%. (Corriere della Sera)
La crescita è sostenuta dai consumi +1,8% (rivista al rialzo da un +1,7% preliminare), neutralizzata dalla revisione al ribasso della spesa e investimenti pubblici (al +2,5%). L'indice PCE core ha registrato un +1,3% contro il +1,2% precedente. (Il Messaggero)
Il dato si è confrontato con le attese degli analisti, che non avevano previsto alcuna variazione rispetto al precedente 2,1%. Tutti gli occhi saranno ora puntati sulla rilevazione riguardante i primi tre mesi del 2020, quelli in cui il coronavirus si è mostrato in tutta la sua potenza devastante. (Money.it)
Anche il dato di quelli che vanno in cassa integrazione sta crescendo impetuosamente negli ultimi giorni di chiusura delle fabbriche. L’alternativa è il ricorso al sistema bancario, che potrebbe a sua volta anticipare la cassa, salvo rivalersi successivamente sull’Inps. (LA NAZIONE)
"Le nostre ultime stime mostrano che il blocco interesserà direttamente settori che rappresentano fino a un terzo del Pil nelle principali economie", ha spiegato Gurria evidenziando come "molte economie finiranno in recessione" e "il solo settore del turismo deve affrontare una riduzione della produzione tra il 50% e il 70%". (Adnkronos)