L’appello di Elon Musk e altri imprenditori: “Stop allo sviluppo di ChatGPT, rappresenta una minaccia per la società”
L’appello di Elon Musk e altri imprenditori: “Stop allo sviluppo di ChatGPT, rappresenta una minaccia per la società” Di Un gruppo di imprenditori, accademici e personalità pubbliche, tra cui Elon Musk e Yuval Noah Harari, hanno firmato un appello a governi e aziende per una moratoria di sei mesi sullo sviluppo delle intelligenze artificiali generative, come ChatGPT. La petizione, pubblicata sul sito Futureoflife. (Orizzonte Scuola)
Se ne è parlato anche su altri giornali
“La lettera vuole essere un avviso ai naviganti. Domenico Talia, da quali esigenze è nato questo documento? (L'HuffPost)
Il patron di Tesla e Twitter firma un appello insieme con altri 100 esperti di Tech per chiedere una pausa sul rilascio di GTP-4 alla società OpenAI e riorientare la ricerca per garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano più accurati, sicuri, "affidabili e leali" (AGI - Agenzia Italia)
I sistemi di IA dotati di un’intelligenza competitiva con quella umana possono comportare rischi profondi per la società e l’umanità, come dimostrato da ricerche approfondite [1] e riconosciuto dai migliori laboratori di IA [2]. (Il Sole 24 ORE)
Pochi giorni fa persino la forza di polizia dell'Ue Europol ha avvertito che ChatGpt e altri sistemi di intelligenza artificiale generativa possono essere utilizzati per frodi online e varie tipologie di crimini informatici. (L'HuffPost)
È il secondo uomo più ricco al mondo e lo conosciamo per la varietà dei suoi investimenti. Per trovare un italiano tra i più ricchi dell’automotive bisogna uscire dalla top ten. Il quindicesimo posto è infatti occupato da Piero Ferrari, vicepresidente e proprietario del 10% di Ferrari, con un patrimonio di 5,5 miliardi di dollari. (Sky Tg24 )
Una lettera in cui si chiede una moratoria di sei mesi allo sviluppo di Ai generative come ChatGpt. In particolare, la lettera chiede lo stop all’addestramento di Gpt-4, il modello di OpenAI lanciato a metà marzo, evocando “grandi rischi per l'umanità”. (la Repubblica)