"Beethoven è diventato sordo per colpa del vino": il risultato di una ricerca su due ciocche di capelli

Beethoven è diventato sordo per colpa del vino: il risultato di una ricerca su due ciocche di capelli

Alta concentrazione di piombo: una sostanza che avrebbe assunto bevendo continuamente vino di scarsa qualità, dove veniva aggiunto per renderlo più gradevole. A ipotizzarlo un nuovo studio americano pubblicato su Clinical Chemistry (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altre testate

Due ciocche di capelli di Ludwig van Beethoven potrebbero racchiudere la causa della sordità che tanto afflisse il compositore tedesco da quando aveva meno di 30 anni. (la Repubblica)

Uno studio statunitense pubblicato sulla rivista Clinical Chemistry su due ciocche di capelli del compositore tedesco Ludwig van Beethoven (1770-1827), appartenenti alla collezione di Kevin Brown, ha dimostrato la presenza al loro interno di altissime quantità di metalli pesanti, soprattutto piombo, e ha quindi forse svelato la causa della sua sordità. (Geopop)

Su figure a dir poco affascinanti come Beethoven non si smetterà mai di fare ricerche. Ad avanzare questa ipotesi, a seguito della scoperta, è stato un gruppo di studiosi che ha pubblicato le analisi sulla rivista Clinical Chemistry (Libero Tecnologia)

Svelato dopo 200 anni il motivo della sordità di Beethoven

Dalla sua morte, avvenuta nel 1827 all’età di 56 anni, il mistero della sua (relativamente) precoce dipartita, e dei tanti problemi di salute affrontati in vita, non è mai stato risolto. Ludwig van Beethoven non ci ha lasciato in eredità solamente le sue incredibili composizioni musicali. (Today.it)

Dopo 200 anni, la scoperta di sostanze tossiche in due ciocche di capelli di Ludwig van Beethoven (1770 - 1827) potrebbe finalmente risolvere il mistero della sordità del leggendario ... (Virgilio)

Ludwig van Beethoven, celebre compositore tedesco, potrebbe aver subito la sordità e altri gravi problemi di salute a causa dell’esposizione al piombo. Questa è la conclusione a cui sono giunti due studiosi americani e un appassionato australiano, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Clinical Chemistry (MeteoWeb)