Chiusura del padiglione israeliano alla Biennale di Venezia in segno di solidarietà

La 60^ Biennale di Venezia ha visto un evento senza precedenti. Il padiglione di Israele, che doveva aprire oggi, resterà chiuso fino a quando non sarà raggiunto un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi nelle mani di Hamas. Questa decisione è stata annunciata attraverso un cartello esposto all'esterno del padiglione israeliano.

Una decisione di solidarietà

L'artista Ruth Patir e il curatore hanno deciso di non cancellare l'esibizione, ma di chiudere il padiglione come gesto di solidarietà verso le famiglie degli ostaggi e la comunità di Israele che chiede un cambiamento. Ruth Patir ha espresso il suo dispiacere per la situazione, ma ha sottolineato l'importanza di questa decisione.

Una decisione indipendente

La decisione di tenere chiuso il padiglione è stata presa da Ruth Patir, insieme ai due curatori del padiglione, Tamar Margalit e Mira Lapidot, senza informare il governo israeliano. Questa decisione rimarrà in vigore fino a quando non ci sarà il cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza e Hamas non libererà i 97 ostaggi che tiene ancora prigionieri.

Un gesto simbolico

Il gesto di Patir è simbolico e mira a sostenere le centinaia di israeliani ancora nelle mani di Hamas dopo l'assalto del 7 ottobre. Questa decisione rappresenta una scelta di solidarietà con le famiglie degli ostaggi e la grande comunità di Israele che chiede un cambiamento. Alla Biennale di Venezia, il padiglione di Israele rimarrà chiuso fino a quando non saranno liberati gli ostaggi e non sarà raggiunto un cessate il fuoco.

Ordina per: Data | Fonte | Titolo