L’astuto Sanchez non si dimette e si rilancia anche questa volta. Fino a quando?

L’astuto Sanchez non si dimette e si rilancia anche questa volta. Fino a quando?
Tempi.it ESTERI

Come largamente previsto, Pedro Sanchez non si dimette da capo del governo spagnolo: dopo cinque giorni di inattività istituzionale e di silenzio che miravano a creare suspence e forse anche a verificare se nelle mani dei giudici c’era qualche carta che sarebbe saltata fuori all’ultimo momento, il leader del governo a guida socialista ha scelto il porticato della sua residenza ufficiale alla Moncloa per dichiarare che ha «deciso di continuare, se possibile con più forza» e per spiegare che lo fa per difendere la democrazia, cosa che richiede di combattere i suoi accusatori, i quali «fanno parte di un movimento reazionario mondiale che aspira a imporre la sua agenda regressiva mediante la diffamazione e la falsità». (Tempi.it)

Ne parlano anche altri giornali

Non molla. Alle 11 di ieri mattina, il leader socialista si è presentato davanti alla Moncloa, l’equivalente di Palazzo Chigi a Madrid, e in un breve discorso di pochi minuti ha spiegato che ha deciso «di continuare con ancora più forza, se possibile», alla guida del governo. (il manifesto)

“Ho deciso di andare avanti con più forza alla guida del governo di Spagna”, ha detto Sanchez, che ha annunciato la decisione al re Felipe VI, dopo 5 giorni di riflessione, dopo una campagna “senza precedenti mossa dalla destra e dall’estrema destra” contro sua moglie, Begona Gomez, diretta a suo dire “a distruggere lui e il suo governo”. (StrettoWeb)

Il premier ha potuto contare su partecipate manifestazioni di solidarietà, la più grande delle quali si è tenuta a Madrid nel fine settimana. (Treccani)

Il vergognoso caso Sanchez che la sinistra ignora

Dopo l’inchiesta che coinvolge la moglie – accusata di traffico di influenze – e una lunga riflessione durata cinque giorni, il premier spagnolo, Pedro Sánchez, ha annunciato di aver “deciso di proseguire con tutta la forza alla guida del governo della Spagna”. (LA NOTIZIA)

Pedro Sánchez non si è dimesso. Dopo una pausa di riflessioni di 5 giorni annunciata con una lettera ai cittadini, il premier spagnolo ha deciso di “restare alla guida del governo con più forza di prima, se possibile”. (Il Fatto Quotidiano)

Ma cosa sta succedendo nel paese iberico? Per capirlo bisogna tornare all’esito elettorale del luglio scorso, quando il socialista Sanchez, pur perdendo le elezioni, ha messo in piedi una maggioranza con una varietà di partiti che hanno idee e storie diverse, compresi gli indipendentisti catalani e Bildu ossia gli ex terroristi dell’Eta che in passato hanno ucciso diversi esponenti del suo partito sollevando per altro la critica dei vecchi dirigenti socialisti come Gonzalez, scandalizzato per questa scelta. (Nicola Porro)