Covid, il vaccino di AstraZeneca non arriverà a breve: ecco il motivo del ritardo

Leggo.it SALUTE

Il candidato vaccino elaborato dall'università di Oxford, in collaborazione fra gli altri con l'Irbm di Pomezia richiederà ulteriori studi prima di poter essere diffuso.

Il principale motivo del ritardo è proprio legato alla differenza di efficacia a seconda del dosaggio.

Ritardo per il vaccino contro il covid di AstraZeneca.

Ad ammetterlo è stato Pascal Soriot, numero uno della società farmaceutica produttrice AstraZeneca. (Leggo.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Tuttavia, i dati di fase 2 del vaccino di Oxford, che sono stati pubblicati sull'autorevole rivista Lancet, dimostrano una potente attivazione immunitaria in tutte le età, anche negli anziani. L'entusiasmo sull'efficacia del vaccino di Oxford e AstraZeneca - che sembra offrire una migliore protezione nel dosaggio più basso - è stato in parte stemperato dall'ammissione, da parte della casa farmaceutica, di un iniziale errore "per difetto" nella somministrazione. (Focus)

I vaccini in arrivo sono utili e sicuri? Per ora le dichiarazioni sulla loro efficacia hanno alimentato dubbi e confusione. (Corriere della Sera)

Non è mai stata messa in dubbio la sicurezza del vaccino, in alcun modo. Aspettiamo di conoscere i dati ma non è in dubbio la sicurezza nemmeno del loro vaccino». (ilGiornale.it)

Anche in Europa l’allarme era salito ed ora emerge il tentativo da parte di cracker coreani di accedere ai sistemi di AstraZeneca per tentare presumibilmente di entrare in possesso di informazioni fondamentali per l’elaborazione del vaccino a cui il gruppo stava dichiaratamente lavorando. (Punto Informatico)

Pfizer e Moderna hanno entrambi annunciato che i loro vaccini sono efficaci al 95% e al 94,5% nella prevenzione della malattia. Ora, con questi risultati, è più probabile che avremo bisogno dei dati degli Stati Uniti”. (Forbes Italia)

Il problema è che nessuno di questi dettagli era stato divulgato nelle dichiarazioni originali di Astra o Oxford. Quindi lo studio dovrebbe essere di tipo biologico, ossia sulla risposta del sistema immunitario, e non un ritorno indietro al trial clinico". (Il Messaggero)