Sciopero dei giornalisti Rai: una protesta contro la censura e le condizioni di lavoro

I giornalisti della Rai, il servizio pubblico televisivo italiano, hanno proclamato uno sciopero di 24 ore per il 6 maggio. La protesta è stata indetta dal sindacato interno Usigrai, che ha accusato la direzione dell'azienda di censura e di gestione inadeguata delle risorse umane.

La questione della censura

Secondo l'Usigrai, la Rai sta utilizzando il servizio pubblico come "megafono del governo". Il sindacato sostiene che la direzione dell'azienda ha accorpato le testate senza discuterne con il sindacato e ha accusato l'azienda di promuovere "fake news" per motivi ideologici e politici.

Condizioni di lavoro e diritti dei lavoratori

Oltre alla questione della censura, l'Usigrai ha sollevato preoccupazioni riguardo alle condizioni di lavoro dei giornalisti. Il sindacato ha denunciato il fatto che l'azienda non sostituisce i lavoratori che vanno in pensione o in maternità, facendo ricadere il carico di lavoro su chi resta. Inoltre, l'azienda è stata accusata di tagliare la retribuzione cancellando unilateralmente il premio di risultato.

La risposta della Rai

La Rai ha risposto alle accuse del sindacato, sostenendo che non esiste alcun bavaglio e che le affermazioni dell'Usigrai sono false e motivate da ragioni politiche. L'azienda ha anche accusato il sindacato di diffondere fake news che danneggiano l'immagine dell'azienda.

Lo scontro continua

Nonostante le dure parole scambiate tra la Rai e l'Usigrai, lo scontro continua. Alla vigilia dello sciopero, entrambe le parti hanno diffuso video in cui spiegano le proprie ragioni. Il sindacato ha dichiarato che i giornalisti della Rai si asterranno totalmente dal lavoro per protestare contro le scelte del vertice aziendale. Dall'altra parte, l'azienda ha accusato i dipendenti di voler "screditare un'intera categoria".

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