E' morto Hans Kung: addio al teologo che ha contestato l'infallibilità del Papa

Prima fra tutte quella dello stesso Kung che nel 2005 si schiererà contro la canonizzazione lampo di Giovanni Paolo II.

Entrambi periti al Vaticano II, fu Kung a convincere l’ateneo di Tubinga a conferire la cattedra di Teologia dogmatica al futuro Benedetto XVI.

Per queste posizioni era stato contestato all'interno della stessa Chiesa cattolica entro i cui confini ha scelto di rimanere fino all'ultimo respiro. (QUOTIDIANO.NET)

La notizia riportata su altri media

Nel 1961 ho conseguito il titolo di dottore in teologia e subito dopo, fino al 1964, sono stato assistente dei professori Leo Scheffczyk e Hans Küng. Quale è stato il suo rapporto con Küng? (Vatican News)

E invece era proprio un sacerdote cattolico, ordinato nel 1954 addirittura a Roma, dopo studi da immaginarsi brillanti alla Pontificia Università Gregoriana. Cominciò a deviare platealmente subito dopo, addottorandosi a Parigi con una tesi che difendeva la dottrina del teologo protestante Karl Barth. (ilGiornale.it)

Una corrente di pensiero che ha avuto protagonisti principali (da Michael Novack a George Weigel) e minori negli Usa. La Chiesa tra ideologia teocon e «ospedale da campo» , si comprenderà che Cantalamessa non è stato affatto esagerato e che la “crisi della Chiesa” cui ha fatto riferimento, ha attraversato gli ultimi venticinque anni e tutti e tre gli ultimi papati. (L'HuffPost)

2' di lettura. La scomparsa del teologo svizzero Hans Küng (nato nel 1928) rende orfano il mondo cristiano di uno studioso attento, critico, profondo. Leggi anche Un bisogno nuovo di religione 8 luglio 2018. (Il Sole 24 ORE)

Aveva acquistato notorietà anche al di fuori delle aule universitarie per aver duramente contestato il dogma dell’«infallibilità» del papa, stabilito dal Concilio Vaticano I nel 1870, quando sulla cattedra di Pietro sedeva Pio IX. (Il Manifesto)

Hans Küng, il teologo «ribelle» morto ieri a 93 anni, considerato antagonista di due papi - Ratzinger e Wojtyla - attaccava la Chiesa di Roma perché «la amava». Anche il suo spirito pungente era motivato dalla volontà di realizzare quella Chiesa che il Concilio aveva desiderato». (La Stampa)