Lo scontro in casa Pd, Del Vecchio chiede le dimissioni di Valentino: "Violata ogni regola"

Comincia così la nota stampa di Raffaele Del Vecchio, componente dell’assemblea nazionale del Partito Democratico.

Una gestione padronale e autoritaria che ha allontanato dal Partito la maggior parte dei nostri Amministratori locali e dirigenti politici.

Quello che è accaduto poi in occasione dell’Assemblea provinciale di ieri è inaudito.

Questo non è più un Partito, o almeno non è più il nostro Partito Democratico

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La notizia riportata su altri giornali

E lo fanno con una nota indirizzata allo stesso Valentino e per conoscenza al segretario regionale Leo Annunziata. (anteprima24.it)

Ci auguriamo che la Giunta Marsilio sappia cogliere al meglio questa impostazione, e darvi seguito con il necessario impegno politico e istituzionale” Fina, Catena e Marinelli sottolineano che “la condivisione di priorità e strategie è fondamentale per incrementare il valore dei progetti, e dotarli di un respiro maggiore, indispensabile per inserirli nella programmazione nazionale. (Vasto Web)

E riguardo ai primi mesi del governo Draghi che idea si è fatto? Anche Fratelli d'Italia, pur avendo deciso di non sostenere il governo Draghi, sta a guardare lo svilupparsi degli eventi. (ilGiornale.it)

Il partito di Silvio Berlusconi si porta al 7% circa in media, nonostante il buon 9% di Tecnè (ma con trend negativo anche per questo istituto). E i gossip o le dichiarazioni ambigue su una federazione/fusione con la Lega potrebbero peggiorare ancora di più le performance di Forza Italia nelle rilevazioni. (Il Fatto Quotidiano)

Le tappe sono già fissate dal Dl Sostegni bis: primo sblocco per le grandi imprese a partire dal primo luglio; il divieto di licenziare rimane in vigore fino al 31 ottobre solo per le aziende piccole; chi non licenzia potrà continuare ad avvalersi della cassa integrazione agevolata fino al 31 dicembre Ormai sembra questa la via del compromesso sul divieto di licenziamento che il governo sta cercando faticosamente tra le posizioni dei sindacati, che chiedono una proroga generalizzata al 31 ottobre, e quella di Confindustria e delle altre organizzazioni imprenditoriali che non vogliono che si torni indietro. (la Repubblica)

Chi voleva cambiare si è dovuto accontentare della dichiarazione di un congresso aperto e in versione primarie da fare in autunno, tra ottobre e novembre, Covid permettendo, e dopo le elezioni amministrative. (il Resto del Carlino)