Valentino Rossi e il post Valencia 2006: "Più palestra per tornare campione"

Per Valentino Rossi il GP di Valencia nel 2006 ha rappresentato un crocevia importante.

AIUTO — Paradossalmente la sconfitta ha fatto crescere il nove volte campione del mondo anche da un punto di vista psicologico.

Una sconfitta dolorosa che ha aiutato il campione a migliorare, a partire dall’allenamento. Federico Mariani. Dai preparativi per la festa iridata alla grande delusione.

Nel documentario “Tales of Valentino” si ripercorre anche la beffa nell’ultima gara del Mondiale 2006 (La Gazzetta dello Sport)

Ne parlano anche altri giornali

La sfida gli piacque e prese in considerazione la richiesta. Quattro sono stati i titoli vinti dal pesarese con questi colori, tra imprese incredibili e sorpassi che sono rimasti nella storia (InSella.it)

Sarà il primo Mondiale senza Valentino Rossi, ma l’alone della sua leggenda resterà indelebile ancora a lungo se non per sempre. Da sempre il Dottore è stato soprannominato “animale da gara” per il suo preservarsi nelle prove ed esplodere poi al momento decisivo (AutoMotoriNews)

Quando si pensa a Valentino Rossi, alla sua carriera nel Motomondiale e alla passione per la velocità che ha sempre caratterizzato la sua vita, è difficile immaginare che, a fargli da compagna di vita in questi anni, ci sia stata anche la paura. (MOW)

Rossi, in uno speciale realizzato dalla MotoGp, ha detto: “La Honda era la moto da battere. L’analisi di Valentino Rossi raccoglie il plauso di Mick Doohan, che con la Honda di mondiali ne ha vinti cinque consecutivi, dal 1994 al 1998 . (Metropolitan Magazine )

Più allenamenti e più vita da atleta", ha spiegato Rossi In quell'occasione, il Dottore si era reso protagonista di una splendida rimonta nella seconda parte della stagione, presentandosi all'ultima gara con soli otto punti di distacco da Nicky Hayden, salvo poi cadere e consegnare il titolo nelle mani dello statunitense. (Tuttosport)

l passaggio dalla Honda alla Yamaha di Valentino Rossi nel 2004 è stato uno dei numerosi crocevia nella carriera del nove volte campione del mondo. Una rivoluzione nel mondo del motomondiale di allora, che ebbe come conseguenza quello di spostare l'attenzione più sul pilota che sulle scuderie (Corriere dello Sport.it)