La carta da parati dorata che inguaia Boris Johnson

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Dietro al successo di un uomo c’è spesso una donna, ma anche dietro alla sua rovina se ne trova spesso una.

E’ stata la carta da parati dorata scelta da Carrie Symonds a mettere in seri guai il suo compagno Boris Johnson: non sapendo come fare a pagarla, il premier britannico ha chiesto soldi a chi non doveva, ha litigato con il suo consigliere Dominic Cummings, che si è dimesso, e deve rispondere a domande molto imbarazzanti, che potrebbero porre fine alla sua carriera politica. (La Stampa)

Su altri giornali

Tornano a soffiare venti di bufera su Boris Johnson e potenzialmente sul suo destino di primo ministro di Sua Maestà. E per avvertire che, se scoprirà che a farlo «dinanzi al Parlamento» fosse stato Johnson, egli «si dovrà dimettere» (Corriere del Ticino)

Boris è ormai sotto assedio. E allo stesso tempo aveva fatto venire fuori la storia secondo cui nell’autunno scorso Boris avrebbe detto che preferiva “vedere accatastarsi migliaia di corpi” a causa della pandemia piuttosto che imporre un nuovo lockdown (Corriere della Sera)

Soldi del partito per ristrutturare Downing Street Ma non basta: Boris è sotto pressione anche per la vicenda della costosissima ristrutturazione del suo appartamento personale a Downing Street, fortemente voluta dalla fidanzata Carrie Symonds. (Corriere della Sera)

Rivelazioni che il premier non ha esitato a definire spazzatura ma che hanno trovato conferma anche da altre fonti interne al governo. A pagare il conto sarebbe stato il partito laburista che ora chiede sia fatta un'inchiesta su quanto accaduto. (Telenord)

La tripla bocciatura incassata da Theresa May al momento di presentare il suo programma di uscita dall’Unione europea aveva detto molto sulle intenzioni dei britannici. Boris Johnson, dalla City alla leadership Tory: le cifre. (ContoCorrenteOnline.it)

Doveva sprofondare nella Manica, oggi dà lezioni al (troppo) Vecchio Contiente, come già capitò al suo idolo, Sir Winston Churchill. Gli economisti dell'Item Club, gruppo indipendente di ricercatori che si basa sullo stesso modello econometrico utilizzato dal governo di Sua Maestà, hanno alzato a +6,8% le previsioni di crescita del Pil britannico per il 2021. (LiberoQuotidiano.it)