Attacco informatico a Zaky nel giorno della sua quinta udienza

Patrick Zaky vittima di un attacco informatico. Nella mattinata di oggi, martedì 5 aprile, si svolgerà la quinta udienza per lo studente egiziano dell’Università di Bologna, Patrick Zaky.

Una giornata importante, che però non è iniziata nella maniera più adatta per Zaky.

Il ragazzo, infatti, ha fatto sapere con un post su Twitter che «sto affrontando un enorme attacco informatico sui miei account di posta elettronica e social media»

L’accusa è sempre di diffusione di notizie false ai danni dell’Egitto, dove viene previsto un nuovo aggiornamento. (Yahoo Notizie)

Su altre fonti

Tutto quello che vogliamo è che Patrick sia una persona completamente libera, come lo era una volta. omani, 5 aprile, in Egitto c'è la nuova udienza del processo a Patrick Zaki, "speriamo che sia la fine di questo incubo". (La Sicilia)

Lo ha dichiarato Patrick Zaki a Rai Radio1, in vista della prossima udienza del processo che si terrà il 5 aprile. Zaki ha quindi sottolineato che "in teoria" potrebbe già lasciare l'Egitto, "ma sto cercando di avere l'autorizzazione delle autorità egiziane. (Adnkronos)

Ricordiamo che Zaki è libero dall'8 dicembre, dopo aver passato 22 lunghissimi mesi in carcere. “Sono contento dei giocatori che abbiamo - ha detto Zaki - non sceglierei nessun altro perché sono felice di quelli che sono in squadra (il Resto del Carlino)

Studente italiano, Università americane. advertisement. Giovanni D’Antonio : “Una grande emozione, anni di studio e di sacrifici per i quali ringrazio la mia famiglia. (Sardegna Reporter)

— Patrickzaki (@patrickzaki1) April 5, 2022. Patrick Zaki, all'udienza anche diplomatici italiani. Al tribunale di Mansura, per assistere all'udienza del processo di Patrick Zaki, erano presenti, come in tutte le precedenti udienze due diplomatici italiani, accompagnati questa volta da rappresentanti di Germania, Francia, Usa e Canada. (leggo.it)

Una libertà che «non è una vera libertà» e un appello per far conoscere a più persone possibili le storie degli attivisti che ancora oggi sono in carcere in Egitto «solo per aver espresso le proprie idee». (La Stampa)