Bibbiano, il sindaco Carletti: «Il web voleva il mio linciaggio in nome del popolo»

«Abbiamo ricevuto minacce di morte io, mia moglie e mio figlio.

Dopo pochi giorni la sentenza di condanna era già stata emessa: i vili barbari del web chiedevano “in nome del popolo” il pubblico linciaggio degli indagati, sindaco in testa, se poi - ha concluso - il sindaco è del Pd ancora meglio».

Il Procuratore Mescolini il giorno dopo, in occasione della conferenza stampa, chiarisce la mia posizione, ma la verità sembra interessare a pochi. (Corriere della Sera)

Su altri media

Dario Franceschini ha ritwittato Pier Luigi Castagnetti: "La Cassazione ha stabilito che non vi sono mai state le condizioni per l'arresto del sindaco di Bibbiano. Bene, la Cassazione ha detto che quel sindaco non doveva essere arrestato. (L'Unione Sarda.it)

La Cassazione ha revocato l'obbligo di dimora nei confronti di Andrea Carletti, il sindaco Pd di Bibbiano, indagato per lo scandalo 'Angeli e Demonì sul presunto sistema di affidi illeciti di minori scoppiato in Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, nel giugno scorso quando il politico venne arrestato. (Gazzetta di Parma)

A distanza di sei mesi ora è tornato libero. “Esprimiamo soddisfazione, ma con cautela al tempo stesso, in vista del processo”, il commento lapidario dei legali. (Il Fatto Quotidiano)

Oggi la prefetta di Reggio Emilia Maria Grazia Forte, interpellata dall’agenzia Ansa, ha dichiarato che il sindaco Pd può tornare a fare il sindaco “nel pieno delle sue funzioni”. ‘Parlateci di Bibbiano’, ne stanno parlando i giudici con gli atti, facendo chiarezza rispetto al fango gettato dalla Lega. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia è stata diffusa da un tweet dell’ex parlamentare('La Cassazione ha stabilito che non vi sono mai state le condizioni per l’arresto del Sindaco di Bibbiano. (La Pressa)

Il suo coinvolgimento nell’inchiesta sui presunti affidi illeciti era valso al Pd l’accusa di «partito di Bibbiano». Il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, torna libero dopo la decisione di oggi, 3 dicembre, della Cassazione. (Open)