L'Italia che verrà: cosa accadrà nel 2023? Pnrr e inflazione protagoniste

Per l'Italia il 2022 si chiuderà con slancio, per poi rallentare nel 2023: questa la sintesi delle nuove stime e analisi degli esperti dell'Istat. Cosa aspettarsi sull'andamento del Pil, sui prezzi al consumo, su domanda interna ed estera e sugli investimenti delle imprese, anche in vista dell'implementazione del Pnrr? I riflettori restano accesi su alcuni elementi chiave dell'economia nazionale, contingenti e cronici: nella prima categoria rientrano soprattutto i prezzi del gas e il caro bollette, con tutte le incognite legate al ruolo della Russia e alla capacità di approvvigionamento da altre fonti. (Money.it)

La notizia riportata su altri media

I BTP a 10 anni continuano a salire nonostante le previsioni negative degli esperti. Anzi, i BTP rispondono bene al governo Meloni se qualche giorno fa quelli a 10 anni offrivano un rendimento del 3,65%. (InformazioneOggi.it)

In controtendenza in agricoltura calano valore aggiunto ed occupazione (-2,5%) nel terzo trimestre dell’anno per effetto del mix micidiale dell’aumento dei costi e del cambiamento climatico che ha decimato i raccolti. (MeteoWeb)

Minuti per la lettura (Quotidiano del Sud)

Il Pil italiano è atteso crescere a ritmi ancora sostenuti nel 2022 (+3,9%) per poi rallentare significativamente nel 2023 (+0,4%). (Frosinone News)

Se per anni abbiamo raccontato di un’agricoltura in crescita sotto tutti i profili nelle fasi più difficili dell’economia italiana, ora che alcune cose, paradossalmente, almeno nella statistica sembrano andare meglio, nel settore primario “calano valore aggiunto ed occupazione (-2,5%) nel terzo trimestre 2022 per effetto del mix micidiale dell’aumento dei costi e del cambiamento climatico che ha decimato i raccolti”. (WineNews)

L'Istat ha appena pubblicato il suo rapporto sulle prospettive per l'economia italiana nel biennio 2022-2023. Guardati così, decontestualizzati da quello che succede nel resto del mondo, non sembrano così positivi perché indicano che la crescita si sta purtroppo fermando, per il 2023 siamo a rischio che quel segno più possa rapidamente diventare un meno e spingerci così in recessione. (L'HuffPost)