Caso Fedez, Anzaldi: “È l’apice del fallimento Rai targato M5S, è da anni che denuncio”:

E’ autrice del documentario “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival

“Il caso Fedez rappresenta l’apice del fallimento targato Movimento 5 stelle nella gestione della Rai”.

Così Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai è intervenuto con un post su Facebook sulla questione della presunta “censura” da parte della rai sul monologo di Fedez durante il concerto del Primo Maggio. (Il Riformista)

Se ne è parlato anche su altri media

Qual è la parte incriminata che a voi non sta bene nel testo?”, l’interlocutore Rai risponde: “tutte le citazioni che lei fa, con nomi e cognomi, non possono essere citate“. (Stretto web)

Scrivono i componenti del gruppo sulla loro pagina Facebook: Fedez contro la Lega? (Fanpage.it)

«In merito all'intervento di Fedez al Concerto del Primo Maggio, Rai3 ha spiegato di non aver mai censurato Fedez né altri artisti né di aver chiesto testi per una censura di qualsiasi tipo. Caso Fedez al Concerto del Primo Maggio, parla l'ad della Rai Fabrizio Salini. (leggo.it)

Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria Capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad ‘adeguarmi ad un SISTEMA’ dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi”. (Calciomercato.com)

La Rai smentisce, ma il rapper pubblica il video della telefonata in cui gli viene chiesto di 'desistere'. «Ci aspettiamo parole di scuse dalla Rai» dice il segretario del Pd Enrico Letta che «ringrazia Fedez» per le «parole forti che condividiamo in pieno». (La Nuova Sardegna)

Enorme, corale indignazione per le orribili frasi pronunciate da diversi esponenti leghisti nei confronti dei gay. Ricordando cioè a tutti ciò che in tanti avrebbero preferito dimenticare perché – come ha spiegato a Fedez il dirigente Rai nella penosa telefonata di diffida – “il sistema” permette di parlare dei fatti ma obbliga a tacere delle persone. (Il Fatto Quotidiano)