I lavoratori Whirlpool bloccano l’Alta Velocità a Napoli: «Intervenga Draghi, ce l’ha promesso»

Ad animare l'azione circa 150 persone, che hanno occupato gli ultimi binari.

I lavoratori chiedono un intervento da parte dello Stato, così come gli è stato promesso.

Durante la mattinata di martedì 20 luglio, un gruppo di lavoratori del sito Whirlpool di Napoli ha messo in atto un blitz nella Stazione Centrale di Napoli.

«Se passa la Whirlpool non sarà facile fermare nessun’altra multinazionale in Italia», dice uno di loro

(Corriere TV)

Su altri media

Prosegue la vertenza riguardante lo stabilimento di via Argine, chiuso dalla multinazionale. Un gruppo di lavoratori dello stabilimento Whirlpool di via Argine a Ponticelli ha operato un blitz alla stazione centrale di Napoli (NapoliToday)

Le assemblee e le riunioni sono servite a poco. «Orabisogna fare sul serio per evitare la catastrofe - urlano in coro - La protesta di oggi è l’ennesima dimostrazione di come siamo intenzionati a non tirarci indietro. (ilmattino.it)

Proseguono le proteste dei lavoratori della Whirlpool di Napoli licenziati ormai 2 anni fa dalla multinazionale e oggi rimasti anche senza ammortizzatori sociali. Chiedono, inoltre, il ricorso alla cassa integrazione per ulteriori 13 settimane, un tempo da utiluzzare per un piano di ricollocazione. (NapoliToday)

Tornano a protestare gli operai della Whirlpool di Napoli che questa mattina hanno occupato i binari dell’alta velocità nella stazione centrale del capoluogo campano obbligando Trenitalia a sospendere arrivi e partenze. (Il Fatto Quotidiano)

Gli operai hanno raggiunto i binari dei treni ad alte velocità per bloccare i convogli in partenza e in arrivo a Napoli. La scorsa settimana gli operai hanno incontrato il premier Draghi a Santa Maria Capua Vetere ottenendo solidarietà (La Repubblica)

I licenziamenti a Napoli, nel meridione d’Italia, non sono uno sgarbo, sono un fallimento politico, e un dramma sociale Prima ancora che sia dato il via libera ai licenziamenti post Covid, in una terra già martoriata ed emarginata, senza possibilità, sopraggiunge un’altra batosta. (La Repubblica)