La Corte tedesca: Volkswagen deve risarcire clienti

I giudici della Corte di appello avevano disposto che al cliente fossero ripagati 25 mila euro, più i tassi: non l’intero importo, però, perchè l’auto era stata comunque utilizzata.

Volkswagen è tenuta a risarcire i suoi clienti.

E’ quello che ha deciso la Corte federale di Cassazione tedesca, nell’ambito del processo sul dieselgate.

L’Alta Corte federale ha così confermato la precedente sentenza della corte di appello di Coblenza, sul caso di un uomo che chiedeva un risarcimento al colosso di Wolfsburg, per la sua auto, una VW Sharan, pagata all’epoca dell’acquisto, nel 2014, 31.500 euro. (Gazzetta di Parma)

La notizia riportata su altri media

Il tribunale di Coblenza nel giugno 2019 gli aveva concesso 26mila euro per «danneggiamento intenzionale», sottraendo dalla cifra complessiva l‘ipotetico deprezzamento legato all‘utilizzo della vettura. (Avvenire)

Stando a quanto dichiarato da Volkswagen, i processi pendenti a livello federale riguardo al Dieselgate, scoppiato nel settembre 2015, sarebbero circa 60.000: i clienti con vetture dotate di motore EA 189 coinvolto nello scandalo potranno rifarsi al precedente stabilito dalla Corte di Cassazione. (Automoto.it)

Volkswagen: questi clienti riceveranno un considerevole rimborso. Una decisione che apre la strada a una serie infinita di cause per risarcimento che potrebbe fiaccare in maniera decisiva i bilanci del gruppo Volkswagen. (Tecnoandroid)

La sentenza conferma il giudizio di inizio maggio relativo al caso di un automobilista tedesco che, dopo aver acquistato un’auto Volkswagen a motore diesel a cui l’azienda aveva modificato la centralina, ha denunciato il produttore. (Wired.it)

Volkswagen ha promesso “offerte appropriate” a chi si è ritrovato, suo malgrado, con il software responsabile della manipolazione dei dati sulle emissioni inquinanti. “Il comportamento degli imputati deve essere reputato non etico”, ha detto il giudice Stephan Seiters nell’annunciare il verdetto della Corte. (Finanzaonline.com)

Il ricorso alla Corte Suprema è stato deciso sia dal querelante, con l’ovvio obiettivo di ottenere un pieno ristoro, sia dalla Casa di Wolfsburg, intenzionata a provare che i clienti non abbiano alcun diritto di rimborso. (Quattroruote)