America Latina, di Fabio e Damiano D'Innocenzo. La recensione

Tutti sembrano tramare qualcosa agli occhi di un Elio Germano che inizia a dubitare della propria sanità mentale (troppo alcol al baretto di fiducia?)

“Espansioni” che non è detto che debbano per forza essere accolte anche all’interno delle maglie della filmografia dei due autori, e viceversa.

Un cinema che, sin dai tempi della triangolazione del finale de La terra dell’abbastanza, si esprime coscientemente come un segnale muto per ribattere al presente

Gli amici, l’anziano padre, o addirittura la famiglia stessa, moglie e due figlie che si muovono per l’abitazione con leggiadria luminosa e impalbabile?

Da questo punto di vista, America Latina è forse lo svelamento definitivo della natura del cinema dei gemelli di Favolacce, compresa la ricercata impossibilità a stabilire con chiarezza la natura dell’inquietudine che abita queste gabbie geometriche e asfissianti. (Sentieri Selvaggi)

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America Latina ha una regia poco trascinante. Diradato e destabilizzante, il film sceglie una regia poco prevedibile, dai tratti stilistici sperimentali. La periferia sinonimo di isolamento mentale. I Fratelli D’Innocenzo scelgono ancora una volta la periferia laziale per raccontare le devianze e i drammi di cittadini disperati. (Cinematographe.it - FilmIsNow)

Il titolo, America Latina, si riferisce proprio al capoluogo di provincia, mentre America, beh, chi ha visto Favolacce avrà intuito quali siano i riferimenti letterari dei fratelli D’Innocenzo, quei toni dark che scavano nella vita dei sobborghi. (Cineblog)

Con una scelta ben specifica sulla fotografia e inquadrature quasi completamente incentrate su primissimi piani, con America Latina, i fratelli D'Innocenzo dichiarano la loro poetica cinematografica scegliendo uno stile peculiare e distintivo nella loro nuova pellicola. (Today.it)

Secondo i D’Innocenzo è un viaggio al termine di un uomo. È la prima volta alla mostra per i gemelli Fabio e Damiano, premiati alla Berlinale con La terra dell’abbastanza e Favolacce. (Corriere della Sera)

Infatti, il film, dicono i D’Innocenzo potrebbe essere definito “un viaggio al termine di un uomo”. Ed è stato proprio nei giorni in cui erano a Berlino per la seconda volta che hanno scritto di getto America Latina. (Wired Italia)

You may be able to find more information about this and similar content at piano.io Al piano sopra l’attende l’affetto generoso e luminoso della moglie e delle due figlie, tutte simili e forse tutte della stessa età, primo sospetto. (elle.com)