Così scatterà la stretta sui maxi-profitti

Il G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti) ha raggiunto un’intesa per introdurre un’imposta del 15%, almeno, a livello globale sui profitti delle multinazionali.

Inoltre, si è deciso che il 20% dei profitti superiori al 10% di margini di cui sopra sarà riallocato nei Paesi dove vengono realizzate le vendite, che siano fisiche o digitali.

Diverso l’atteggiamento di Paesi Bassi e Irlanda, che per ora sembrano reticenti, ma che saranno coinvolti nella discussione fra Ocse e G20

Saranno loro a proporre ai Parlamenti nazionali l’introduzione della nuova tassazione minima per le società del comparto Big Tech. (La Tribuna di Treviso)

Ne parlano anche altri media

"Dopo anni di discussioni, i ministri delle Finanze del G7 hanno raggiunto un accordo storico per riformare il sistema fiscale globale per adattarlo all'era digitale globale", ha detto ai giornalisti. "Oggi a Londra abbiamo compiuto un grande passo verso un accordo globale senza precedenti sulla riforma della tassazione delle imprese. (Euroroma.net)

L’aliquota minima al 15% è frutto di un compromesso, e dopotutto non si discosta molto dal 12,5% dell’Irlanda. Con una aliquota minima al 25% il beneficio sarebbe stato di 170 miliardi di euro ogni anno (FIRSTonline)

Il primo ad annunciare lo storico accordo sulla tassazione globale delle multinazionali del settore tecnologico è stato il tesoro britannico che su Twitter ha parlato di “una stretta sull'elusione fiscale” che farà pagare “la giusta quota” alle multinazionali di Big Tech. (RTL 102.5)

Così è stato definito dal Cancelliere dello Scacchiere inglese, Rishi Sunak, e dal ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire. L’accordo è quello sulla tassazione globale, raggiunto a Londra dai ministri delle Finanze del G7. (Pickline)

Si tratta di un sistema più equo che punta a pretendere il giusto contributo dalle multinazionali presenti ovunque nel mondo, che facilmente tendono ad eludere le imposte e fuggire verso i cosiddetti paradisi fiscali, non solo Barbados ed Isole Cayman, ma anche Paesi più "occidentali" ed evoluti come Olanda, Irlanda e così via (ilmessaggero.it)

Di Maio: “Traguardo storico su tassa ai colossi”. Così il ministro dell’Economia britannico, Rishi Sunak, ha annunciato l’accordo trovato al G7 di Londra per una “aliquota globale minima del 15% per la tassazione delle grandi imprese, applicata Paese per Paese. (ilMetropolitano.it)