Rischio Tienanmen birmana. "Chi va in piazza può morire"

Negli ultimi dieci anni aveva deciso che gli convenisse liberare dai suoi ventennali arresti domiciliari Aung San Suu Kyi, permettere nuove elezioni da lei vinte trionfalmente e consentire il ritorno di una democrazia di facciata sotto il loro controllo.

In ballo c'è la gestione del potere assoluto, e a questo punto il Tatmadaw non può più tornare indietro.

Ma Suu Kyi, strizzando un po' troppo l'occhio a Pechino, ha commesso un errore che ora sta pagando l'intero popolo birmano

Ora i sostenitori di Suu Kyi hanno lanciato lo sciopero generale, nel tentativo di mettere in ginocchio l'economia e con essa il regime. (ilGiornale.it)

Su altri media

L’Organizzazione rinnova l’appello a tutti gli interessati, in particolare alle forze di sicurezza, a rispettare i diritti dei manifestanti pacifici e a salvaguardare il benessere di tutti i bambini e i ragazzi. (La Valle Dei Templi)

Proteste di piazza si registrano anche nelle città di Myitkyina e Dawei. I manifestanti sono particolarmente numerosi a Rangoon (Yangon), la principale città del Paese, ma sono migliaia anche a Naypyidaw, la capitale, molti dei quali in motocicletta. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

“L’Indonesia – ha detto Retno oggi – è preoccupata per la situazione e sostiene il popolo del Myanmar”. La Malaysia aveva all’inizio espresso “serie preoccupazioni” per il colpo di Stato, Ma giorni dopo aveva accettato l’offerta della giunta di rimpatriare 1200 migranti illegali in Myanmar (AsiaNews)

Già nei giorni scorsi alcune persone sono state uccise dagli spari della polizia. Gli attivisti hanno ribattezzato la giornata di oggi, 22.02.2021, come “la rivoluzione dei cinque due”. (LumsaNews)

"I manifestanti stanno esortando le persone, soprattutto gli adolescenti e i giovani, a intraprendere un percorso del confronto, in cui perderanno la vita", ha spiegato la giunta militare La giunta militare ha inasprito i toni dopo un weekend di sanguinose violenze, avvertendo i manifestanti che "rischiano la. (Il Sole 24 ORE)

Da quasi 50 anni l’esercito porta aventi una guerra contro le minoranze etniche, costringendo centinaia di migliaia di cittadini a vivere nei campi profughi ai confini con la Thailandia. I generali e le violazioni dei diritti umani. (Altreconomia)