Guerra in Medioriente, tra la vita e la morte: cosa significa diventare madri a Gaza

Nella Striscia ci sono 50mila donne in gravidanza e in media 180 partoriscono ogni giorno. Ma accedere alle cure medice pre e post partum è difficilissimo, spesso impossibile. I letti mancano e nelle tende, dove molte sono costrette a partorire, mancano anche le minime condizioni igieniche. L'ospedale emiratino di Rafah è l’unico a fornire assistenza alla maternità. La presidente di Medici Senza Frontiere: "Situazione inimmaginabile, serve un cessate il fuoco permanente" Ci sono posti del mondo dove le mamme non hanno ragioni per festeggiare. (Sky Tg24 )

Ne parlano anche altri giornali

Roma, 13 mag – Sui massacri a Gaza anche Antony Blinken è costretto a fare dichiarazioni “sorprendenti”. Non tanto per il contenuto, sia chiaro, ma per la provenienza. Perché che sulla striscia vengano uccisi più civili che terroristi, come lo stesso segretario di Stato americano ammette, non è certo una novità ed è stato evidente fin dalle prime fasi del conflitto. (Il Primato Nazionale)

Nella notte attacchi sono stati condotti dalle Idf sulla parte orientale di Rafah, dove sono state colpite auto della polizia di Hamas. (Adnkronos) – Raid di Israele contro Hamas in tutta la Striscia di Gaza (il Fatto Nisseno)

Nell'arco di 24 ore, sono stati registrati almeno altri 63 decessi, secondo una dichiarazione del ministero, che ha aggiunto che 78.755 persone sono state ferite in più di sette mesi di guerra. Il bilancio preciso è di 35.034 morti. (Il Messaggero Veneto)

E sempre oggi – 12 maggio – dagli Stati Uniti arriva una reprimenda nei confronti di Tel Aviv: «A Gaza sono stati uccisi più civili che terroristi», concorda con la giornalista che gli ricorda i dati condivisi dallo stesso premier Benjamin Netanyahu (14mila membri di Hamas e 16mila civili uccisi), «e c’è un divario fra le intenzioni di Israele e i risultati in termini di protezione dei civili». (Open)

(foto – Rafah fermo immagine da Youtube) Pagine Esteri, 13 maggio 2024 – L’invasione di Rafah, a lungo minacciata da Israele, è iniziata. Martedì mattina, sotto la copertura di un intenso bombardamento aereo, le forze israeliane sono entrate nella città più meridionale di Gaza, diventata un rifugio per 1,5 milioni di palestinesi che non hanno altro posto dove andare. (Pagine Esteri)

Il quale da settimane invita Israele a non attaccare l’area. Preparandosi così a un’incursione su larga scala. (Open)