“Iscrizione a Facebook non è gratuita”. L’Antitrust smonta così le bugie del social

Ebbene, Facebook pare proprio non volerci sentire da quell’orecchio, perché questa dichiarazione non è mai stata pubblicata.

I dati valgono un mucchio di soldi, quindi l’iscrizione non è gratuita: quando sottoscriviamo il contratto con Facebook, noi “regaliamo” a Zuckerberg la possibilità di fare soldi commercialmente.

Quante volte lo abbiamo sentito ripetere da saputi di ogni risma in questi ultimi mesi?

Con la conseguenza di indurre i predetti utenti ad assumere una decisione di natura commerciale che, altrimenti, non avrebbero preso». (Il Primato Nazionale)

Su altri giornali

In pratica, viene contestato che il social non informa adeguatamente l'utente che suoi dati personali vengono raccolti e usati per fini commerciali, prevalentemente nel settore della pubblicità e del marketing. (HDblog)

Con la conseguenza di indurre i predetti utenti ad assumere una decisione di natura commerciale che, altrimenti, non avrebbero preso. Per l'Antitrust la carenza di informazione persiste e risulta inoltre, che Facebook non abbia pubblicato la dichiarazione rettificativa. (Tiscali.it)

Gli iscritti italiani al social media ignorano le logiche di marketing sottese all’uso dei loro dati personali. Cosa ignorano gli iscritti a Facebook. L’Antitrust ha contestato a Facebook pratiche commerciali del tutto scorrette. (Proiezioni di Borsa)

Ad annunciarlo è l'autorità in una nota, spiegando che il procedimento avviato potrà condurre all'irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 5 milioni di euro. - Procedimento dell'Antitrust nei confronti di Facebook. (la Repubblica)

Risulta, inoltre, che Facebook non abbia pubblicato la dichiarazione rettificativa. Lo ha annunciato l'Antitrust in una nota, spiegando che il procedimento avviato potrà condurre all'irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 5 milioni di euro. (L'Unione Sarda.it)

Nuovo procedimento contro il social network perché non rende chiaro l'uso commerciale dei dati di chi si iscrive. Il procedimento dell’Agcom, confermato dal Tar, prevedeva anche che, oltre a pagare la multa, Facebook pubblicasse sulla homepage del sito, sulla pagina personale di ciascun utente italiano e sulla app una rettifica del suo comportamento scorretto. (Wired.it)