Come ha fatto il tecnico radiologo Cosimo Leone ad aiutare Messina Denaro durante la latitanza

Percorsi privilegiati in ospedale, telefonini, schede telefoniche e tac: ecco come Cosimo Leone, tecnico radiologo presso l'ospedale di Marsala, avrebbe aiutato Messina Denaro quando a fine 2020 ha scoperto di avere un tumore. L'uomo è stato arrestato ieri insieme ad altri due fiancheggiatori del boss, tra cui il cognato Massimo Gentile. (Fanpage.it)

Su altri media

Se gli elementi di prova mi dovessero convincere che ci sono responsabilità da parte dell'architetto Massimo Gentile qualche problema me lo farei. Ma dalle prime notizie che mi hanno fornito i familiari con cui ho parlato, lui è in grado di spiegare la sua posizione". (Il Messaggero Veneto)

Coltellate tra giovanissimi a Cormano, due arrestati per tentato omicidio Ancora un incendio dentro un’area dismessa a Baranzate (Il Notiziario)

Leone avrebbe fatto fare una tac in tempi record al boss malato di cancro. Le nuove indagini hanno portato ieri a tre arresti, tra cui quello del tecnico radiologo dell’ospedale di Mazara del Vallo Cosimo Leone, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. (StrettoWeb)

L'uomo, che dal 2019 è dipendente del Comune di Limbiate (Monza), dove svolgeva l'incarico di responsabile dei procedimenti del servizio Lavori pubblici, è stato sentito nel carcere di Monza. – Si è avvalso della facoltà di non rispondere all'interrogatorio di garanzia Massimo Gentile, l'architetto arrestato due giorni fa perché ritenuto fiancheggiatore del boss mafioso Matteo Messina Denaro. (IL GIORNO)

La ricostruzione della “storia” dell’auto è uno degli aspetti che gli investigatori hanno messo a fuoco in questa ulteriore attività di indagine che ha portato all’arresto di Cosimo “Sino” Leone, Massimo Gentile e Leo Gulotta. (CastelvetranoSelinunte.it)

«Il quadro di connivenze in favore del latitante, fuori e dentro le strutture sanitarie – scrive il pool coordinato dal procuratore Maurizio de Lucia – sta assumendo dimensioni allarmanti e imporrà a quest’ufficio ulteriori … (La Repubblica)