Crocifisso, la libertà non è negativa

La libertà del no può annientare la libertà altrui del sì?

Colpisce la frase «libertà negativa» usata dalla Corte.

Il gesto di togliere a forza, da sé, il crocifisso voluto dagli alunni non pare esattamente un atto educativo.

Una laicità castrante non è nella nostra civiltà, non è nella nostra legge, non è nella nostra libertà.

È il Crocifisso, il Vivente, e nessuno può toglierlo dal mondo, e nessuno ce lo stacca dal cuore

(Avvenire)

Se ne è parlato anche su altre testate

«Vogliamo mettere accanto al crocifisso i simboli delle altre religioni? E’ come nelle relazioni umane: per intessere relazioni sane occorre prima conoscersi per poi conoscere gli altri». (leggo.it)

Adesso il prof, a distanza di quasi tre lustri, si dice soddisfatto per l’evoluzione della vicenda giudiziaria. Il rammarico per il professor Metastasio è che “questa sentenza arrivi ben 13 anni dopo i fatti” (Tecnica della Scuola)

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno affermato che la disposizione del regolamento degli anni venti del secolo scorso – che tuttora disciplina la materia, mancando una legge del Parlamento – è suscettibile di essere interpretata in senso conforme alla Costituzione. (PaeseRoma.it)

Termina. Puoi selezionare il secondo in cui puoi far terminare il contenuto che vuoi condividere. Condividi. Inizia. Puoi selezionare il secondo di avvio del contenuto che vuoi condividere. (Radio Radicale)

E’ il commento di mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, alla sentenza della Cassazione, pur riservandosi di leggerla nella sua integralità. “I giudici della Suprema Corte confermano che il crocifisso nelle aule scolastiche non crea divisioni o contrapposizioni, ma è espressione di un sentire comune radicato nel nostro Paese e simbolo di una tradizione culturale millenaria”. (MilanoPost)

(Fonte tgcom24.mediaset.it) “L’aula può accogliere la presenza del crocifisso – si legge nella sentenza 24414 – quando la comunità scolastica interessata valuti e decida in autonomia di esporlo, eventualmente accompagnandolo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe e in ogni caso ricercando un ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi”. (Papaboys 3.0)