‘Un Autre Monde’: dentro l'abisso del mercato del lavoro

Un Autre Monde è un film solido sostenuto da un ottima scrittura e da una eccellente prova interpretativa dei suoi attori (in primis Lindon, Palma d’Oro a Cannes per Titane).

Nel finale, il regista francese opta per una soluzione (forse) troppo facile (siamo ben lontani comunque dal classico happy ending all’americana!)

Un Autre Monde: Lindon contro tutti. Stéphan Brizé realizza il terzo capitolo di una trilogia incentrata sul tema del lavoro, dopo La legge del mercato e In guerra; il fil rouge che collega queste storie, oltre la tematica, è Vincent Lindon che in Un Autre Monde interpreta superbamente un uomo di successo, alle prese con una crisi di identità personale e professionale. (Taxidrivers.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il protagonista, Philippe Lemesle, dirige la filiale di una multinazionale americana che ha deciso di tagliare alcuni posti di lavoro. Le richieste sono difficili e incoerenti: come si può mantenere lo stesso livello di produttività con meno lavoratori? (ScreenWEEK - Cinema e Serie TV)

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi 4.5 Il voto al film è a cura di Simone Emiliani Sending Il voto dei lettori 5 (2 voti) Il passato felice resta solo in quella parete sul muro, con le foto sulla parete che aprono Un autre monde. (Sentieri Selvaggi)

Lo si capisce ancora meglio assistendo alle prove alle quali Philippe viene sottoposto, come detto, su più fronti, quali le pressioni. Brizé sbircia su queste riunioni, segue le dinamiche di un carrozzone che non può essere battuto, all’interno di un ecosistema ostile. (Cineblog)

sabato 11 settembre 2021 - Mostra di Venezia. Philippe Lemesle dirige nella provincia francese un'azienda di elettrodomestici appartenente a un gruppo internazionale. Tra incudine e martello, dovrà decidere se eseguire il piano di mobilità o trovare una maniera di aggirare l'obbligo. (MYmovies.it)

Nel tratteggiare il processo decisionale, il film mostra come il protagonista è capace di recuperare umanità, dignità come pure un modo per ricongiungersi alla sua famiglia. Si può rintracciare dunque la mano di Dio nel modo apparentemente casuale in cui gli eventi si legano l’uno con l’altro, oppure nella maniera in cui azioni illecite trovano la giusta condanna, ma più profondamente nel modo in cui il protagonista risponde alla sua chiamata interiore nel raccontare storie di tutti i giorni attraverso il cinema, declinando amore, fede e speranza nel quotidiano” (cinematografo.it)

Perché questo è esattamente un film di Brizé per come ce lo si aspetta (in positivo): costruito tantissimo sulla recitazione, con dialoghi estremamente naturali e fluidi, raccontato nell’interno degli ambienti di lavoro e con un modo di osservare il protagonista insistente, quasi a volerlo punzecchiare, alla ricerca di un (BadTaste.it)