Omicidio Vannini, le motivazioni della sentenza finale: “La condotta di Ciontoli fu spietata”

Omicidio Vannini, le motivazioni della sentenza finale: “La condotta di Ciontoli fu spietata” Le motivazioni della Corte di Cassazione in merito alla sentenza che chiude la vicenda giudiziaria legata al caso di Marco Vannini: “La condotta di Antonio Ciontoli fu non solo assolutamente anti doverosa ma caratterizzata da pervicacia e spietatezza, anche nel nascondere quanto realmente accaduto”.

Colpevole tutta la famiglia, le motivazioni della Cassazione: "Nessuno si attivò". (Fanpage.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

News | Vannini, i giudici della Cassazione: “Condotta di Ciontoli spietata” | VIDEO “Ciontoli era ben consapevole di aver colpito Marco Vannini con un’arma da fuoco”. Per loro tutta la famiglia Ciontoli la sera tra il 17 e il 18 maggio 2015 era consapevole “della presenza del proiettile ancora nel corpo di Vannini” (LE IENE)

Lo stato di soggezione nel quale versavano i familiari - concludono i supremi giudici - si desume da molteplici circostanze: tutti gli imputati, dopo aver compreso l'accaduto, omisero di attivarsi per aiutare effettivamente Marco" (RomaToday)

Poco dopo le 23:00, Marco venne colpito da un colpo di pistola, sparato dal padre di Martina e Federico. Condannati anche la moglie e i due figli a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario. (ilGiornale.it)

Redazione@mi-lorenteggio.com. gus Altri Comuni si trovano nella stessa situazione e questa sentenza potrà dare forza ai sindaci per continuare nella loro battaglia per la chiusura dei luoghi di culto abusivi. (MI-LORENTEGGIO.COM.)

Omicidio Vannini, i genitori di Marco al cimitero: «In questa storia non ci sono vincitori ma solo vinti» «La condotta di Antonio Ciontoli fu dunque non solo assolutamente anti doverosa ma caratterizzata da pervicacia e spietatezza, anche nel nascondere quanto realmente accaduto, sicché appare del tutto irragionevole prospettare, come fa la difesa, che egli avesse in cuor suo sperato che Marco Vannini non sarebbe morto», scrivono i giudici della Quinta sezione penale della Suprema corte. (ilmessaggero.it)

I giudici si concentrano sul comportamento del capofamiglia: Antonio Ciontoli, militare di Marina e successivamente ai Servizi segreti come distaccato, era il «detentore di armi da fuoco e autore dello sparo». (Open)