Scattavano foto e le ritoccavano, aggiungendo insulti sessisti: a Cuneo sospesi 300 alunni

di Camilla Prato. Pensavano di essere protetti, al sicuro, dietro gli schermi del computer di casa o di nascosto, in aula, senza che nessuno notasse cosa stavano facendo.

Un ragazzino disegna una svastica sul diario, ma il professore se ne accorge e lo riprende: “Lo sai, almeno, cosa significa?”.

Così scattavano foto a insegnanti e compagni, durante le lezioni in Dad ma anche in presenza, pubblicandole poi sui gruppi social modificate con “scopi denigratori e accompagnate da parolacce, insulti, pesanti allusioni sessuali“. (Luce)

Ne parlano anche altre fonti

A spiegare cosa è accaduto è stata la stessa preside in una lettera inviata ai genitori dei ragazzi. Amarezza espressa anche dal Collegio docenti specialmente per la "superficialità e mancanza di rispetto manifestata dai ragazzi, verso compagni e insegnanti" (Fanpage.it)

Il collegio dei docenti della scuola secondaria «ha avviato una profonda riflessione interna, condividendo l’amarezza per la superficialità e la mancanza di rispetto manifestata dai ragazzi, verso compagni e insegnanti (Corriere della Sera)

Poi hanno modificato le immagini, postandole su gruppi social “a scopi denigratori e accompagnate da parolacce, insulti, allusioni sessuali". "Alcuni hanno ammesso le loro responsabilità, ma i più hanno negato - spiega la preside - Moltissimi hanno riconosciuto di aver visto le immagini. (L'Unione Sarda.it)

Raffaella Curetti, dirigente della scuola, non ha potuto far altro che sospendere gli alunni, obbligandoli però a frequentare le lezioni: "Alcuni hanno ammesso le loro responsabilità, i più hanno negato. (Yahoo Notizie)

Conclude Curetti: «Tali comportamenti non possono essere tollerati, soprattutto in una comunità improntata sulla formazione dei ragazzi» Questo vuol dire che un ragazzo può iscriversi a Whatsapp, Tik Tok, Instagram solo se ha almeno 14 anni. (La Stampa)

Ansa. COMMENTA E CONDIVIDI. . . . . . . Hanno scattato di nascosto foto a insegnanti e compagni, durante la Dad o in classe, e le hanno poi pubblicate sui gruppi social modificandole con "scopi denigratori". (Avvenire)