Petrolio WTI: recupero dei 52$ necessario per riprendere il rimbalzo

Nella seduta di ieri, le quotazioni del petrolio WTI hanno subito un netto deprezzamento, riportandosi a ridosso del supporto a 50,64 dollari al barile, ereditato dai lows del 15 gennaio 2019, dove è iniziata una lieve ripresa.

Petrolio WTI, grafico giornaliero.

Strategie operative con i Certificati StayUP. Se si dovesse verificare una chiusura giornaliera superiore ai 52 dollari al barile, si potrebbero valutare strategie di natura long con il Certificato StayUP di Société Générale con ISIN LU2035272686.

Se si volesse portare il prodotto a scadenza, fissata per il 19 giugno 2020, la massima redditività potenziale sarebbe dell’86,92%. (Money.it)

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Il prezzo del petrolio ha comunque reagito negativamente e ha lasciato sul campo più del singolo punto percentuale. Poi è toccato anche agli Stati Uniti, che hanno iniziato a temere la diffusione dell’epidemia nonostante i casi accertati siano risultati poco più di 50. (Money.it)

Poco dopo la diffusione dei dati, per acquistare un barile di WTI servono 50,05 dollari, +0,3% rispetto al dato precedente. Il dato precedente aveva fatto segnare un rialzo di 415 mila barili e gli analisti avevano stimato +2,6 milioni di barili. (Money.it)

Gli stock di distillati hanno registrato un calo di 2,1 milioni a 138,5 MBG, contro le attese che indicavano una discesa di 1,7 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato una variazione negativa di 2,7 milioni a quota 256,4 MBG (il consensus stimava una contrazione di 2,2 milioni). (Il Messaggero)

Il prezzo del petrolio ha bruciato più di 4 punti percentuali nel corso della giornata, ma oggi le cose sono nuovamente cambiate. Quest’ultimo, tra l’altro, sta attualmente limitando i timidi guadagni messi a segno nelle prime ore del mattino. (Money.it)

È comunque probabile che i consumi energetici della Cina, benché crollati a causa del virus, si riprenderanno in fretta una volta passata l’emergenza. E nessuno degli altri Paesi colpiti dal contagio pesa quanto Pechino sul mercato: l’Italia ad esempio rappresenta poco più dell’1% della domanda petrolifera globale. (Il Sole 24 ORE)

Per contro, il prezzo del petrolio è crollato nelle contrattazioni internazionali, con il Brent a perdere oltre il 4%, scendendo sotto i 56 dollari al barile, -15% da inizio anno. Le quotazioni del petrolio sono schizzate ieri ai massimi dalla fine del 2012, cioè da oltre 7 anni. (InvestireOggi.it)