L'Europa del Recovery Plan non è più un posto per Jens Weidmann

Ora tocca a Weidmann: l’Europa indebitata del Recovery Plan, degli acquisti diretti dei titoli di Stato di paesi ormai dipendenti dalle banche centrali per la solvibilità, non è più la sua.

Nel lungo periodo ha sicuramente ragione Weidmann, la teoria monetaria è dalla sua parte, ma sabbiamo bene che fine siamo destinati a fare tutti nel lungo periodo

In questi dieci anni, Weidmann ha interpretato con coerenza una posizione chiara: la disciplina fiscale e le riforme possono essere imposte soltanto dal bastone, mai dalla carota. (Domani)

Ne parlano anche altre testate

Ma non si adatta, e non solo per ragioni costituzionali, alla tradizione bancaria cui Weidmann si sente obbligato” Molti sostengono dunque che la ragione principale sia la frustrazione per la politica monetaria espansiva che la Banca centrale europea sta portando avanti da molti anni, troppi per Weidmann. (Startmag Web magazine)

Il banchiere centrale, noto per le posizioni da 'falco' spesso in contrasto con Mario Draghi, quando il premier italiano era presidente della Banca centrale europea, ha detto: "Sono giunto alla conclusione che più di 10 anni sono un buon periodo tempo per voltare pagina, per la Bundesbank, ma anche per me personalmente". (la Repubblica)

Lo ha reso noto la stessa banca centrale tedesca. Appresa la notizia, la presidente della banca centrale europea ha affermato che “Jens è un buon amico personale sulla cui lealtà posso sempre contare (Sky Tg24 )

Come Bundesbank, abbiamo contribuito con fiducia al processo di revisione con la nostra competenza analitica e le nostre convinzioni. Questa rimane la mia ferma convinzione personale, così come la grande importanza dell’indipendenza della politica monetaria. (Il Sole 24 ORE)

Per Lagarde, Weidmann è «un buon amico», ma i suoi dieci anni in seno alla Bce sono stati tutt’altro che facili, segnati anche da duri contrasti con l’ex presidente Mario Draghi Quella di Weidmann è una decisione inattesa che apre nuovi scenari sul futuro della politica monetaria dell’Eurozona. (La Stampa)

Il presidente Jens Weidmann, che guida la banca centrale tedesca dal maggio 2011 si dimette per motivi personali, come precisato in una nota dalla stessa Bundesbank. Questa rimane la mia ferma convinzione personale, così come il grande importanza dell’indipendenza della politica monetaria». (Corriere della Sera)