Copyright, l'Australia approva la legge per il rimborso dei contenuti editoriali online

Il ministero della Cultura spagnolo ha confermato che il governo sta lavorando a un progetto di legge

Secondo il governo australiano, il processo negoziale è in questo modo "più equo", perché offre agli editori una leva maggiore.

Facebook e Google, ad esempio, sostengono che il loro compito è semplicemente quello intermediazione nell'aiutare gli utenti a trovare contenuti news.

La posizione delle piattaforme è che già ora aiutano i fornitori di contenuti, indirizzando il traffico verso i loro siti. (Rai News)

Ne parlano anche altri giornali

The Morrison Government’s world-leading news media bargaining code has just passed the Parliament. Entra in vigore la legge australiana che impone alle grandi piattaforme web di pagare gli editori per le notizie e le anteprime condivise dagli utenti o visualizzate come risultati di ricerca. (HDblog)

Riaprendo alla condivisione delle notizie sul social media in Australia, Facebook ha fatto notare che le news attinte dagli editori rappresentano solo il 4% del suo traffico La riscossa degli editori. La riscossa degli editori verso Facebook e Google, partita dall’Australia, potrebbe allargarsi al resto del mondo. (Forbes Italia)

La mossa di Facebook. La scorsa settimana, in un inedito braccio di ferro col governo, Facebook aveva bloccato sulla propria piattaforma la possibilità di leggere e condividere notizie tra gli utenti australiani, in risposta al previsto varo della nuova legge. (Il Sole 24 ORE)

esteri. Facebook aveva imposto uno stop alla condivisione delle notizie delle testate giornalistiche australiane come forma di pressione. (TG La7)

L’obiettivo di questa azione drastica era contrastare le prossime novità normative in materia di rapporti tra editoria e piattaforme web. Sarebbe dunque questa la qualità delle notizie che la nuova legge intende tutelare contro Facebook e Google (Il Fatto Quotidiano)

L’oggetto del contendere, invece, è la libertà o meno di queste grandi aziende di diffondere gratuitamente i contenuti dei mezzi di informazione sulle loro piattaforme. Lo si può affermare senza paura: si tratta della conferma legislativa di un principio giuridico - ma anche politico ed economico - sacrosanto. (Il Messaggero)